Vendicari. Tutta colpa del virus

E’ successo. Mi ha beccata. Il virus Cryptolocker ha in pochi secondi cancellato tutto ciò che avevo nel PC. Il mio piccolo mondo in un attimo inghiottito da una pagina nera che mi invitava a pagare una cifra esorbitante.

Più i minuti passavano più prendevo coscienza di ciò che avevo perso. Le foto di famiglia, i ricordi dei miei viaggi, del mio matrimonio, i miei documenti, i dati di università e lavoro. Lo confesso, mi è preso un colpo. Mi sembrava mi avessero portato via un pezzetto della mia identità: chi avevo conosciuto, dove ero stata, cosa avevo imparato.

Le immagini di questo post su Vendicari non le ho scattate io. Mi sono state passate con affetto da persone speciali, a me molto vicine, esploratori  e veri viaggiatori, quelli capaci di fare e farti fare viaggi infiniti a poche miglia da casa. Le foto le avrei dovute usare per il post sulla Camargue, andato con il virus e le immagini di Saintes Maries de la Mer. Poi ho deciso che quelle immagini avrebbero dovuto raccontare il posto a cui appartengono, un luogo unico della mia Sicilia, tra Noto e Pachino, che quelle stesse persone mi hanno fatto scoprire e amare.A breve la riserva naturale di Vendicari sarà un’occasione unica per vedere a tu per tu animali stupendi e godere di passeggiate in una natura selvaggia e ancora intatta. Immaginate 1512 ettari di spiagge dorate, la Marianelli, la San Lorenzo, la Calamosche, che si affacciano su un mare cristallino e si alternano a distese di ginepri e salicornie. Palme nane qui e lì, lungo percorsi da fare lentamente, piano piano, fermandosi a curiosare tra resti di catacombe, una cuba bizantina, la torre Sveva.

E poi c’è Bafutu, l’antica tonnara, ormai in disuso. Trampolieri e avocette tra le sue vecchie vasche. Riuscite a vederne la bellezza? La dolcezza per il piccolo, l’attenzione per il compagno, la capacità di specie diverse di condividere lo stesso spazio? Rallentate, qui non c’è fretta. Ecco comparire un cavaliere d’Italia e laggiù, tra quelle canne, splendidi fenicotteri. Osservate gli amori, i giochi di caccia, le esplosioni di energia.

E poi ancora folaghe, volpoche, aironi, persino germani reali, garzette…

Guardando le preziose immagini regalatemi sono riaffiorate memorie di tempi lontani quando, piccola davvero, ho trascorso momenti memorabili e vissuto avventure incredibili con chi me le ha donate. Con pazienza mi sono stati mostrati i segreti del mare, ho imparato a conoscere la bellezza degli animali, a sentire e a godere i ritmi della natura. Un’introduzione al viaggio, alla scoperta, al piacere della conoscenza. Viaggiando impari ad andare piano e a me questo era stato già insegnato.

Viaggiando impari anche un’altra cosa. Ciò che il viaggio ti lascia, che sia a pochi chilometri, dall’altra parte del mondo o nella tua vita quotidiana, è a lento rilascio, rimane con te per sempre ed è quello che ti racconta, che in parte ti dice chi sei. Nessuno lo può cancellare, te lo può portare via, neanche un maledetto cryptolocker.

Ad ogni modo, se andate a Vendicari e riuscite a fare foto belle quanto quelle che mi sono state regalate, attrezzatevi di hard-disk e fatene una bella copia.

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