Lo cerco con gli occhi ogni volta che torno a Marsala, alle saline Ettore e Infersa. Anche stavolta lo trovo lì, davanti a uno dei due imbarcaderi per Mozia, la città fenicia sull’isola di san Pantaleo nella laguna dello Stagnone. Se ne sta sotto un ombrellone a creare le sue opere in tufo e a incidere pietre con le sue poesie che poi espone sul tetto e sul cofano della sua utilitaria parcheggiata accanto.
È il signor Peppe Genna, “ziu Peppe”, lo zio Peppe. Forse sta lì da sempre anche se in passato mi ha raccontato di aver fatto mille mestieri facendomi vedere un articolo di giornale che parla di lui e che custodisce gelosamente. La gente che va a visitare il mulino, al cui interno è stato allestito il Museo del Sale, gli passa davanti, si ferma a scambiare due chiacchiere, osserva incuriosita le sue creazioni. Lui sorride, sornione.

Oggi zio Peppe non tiene “gana”, non ha voglia di parlare. Forse ogni tanto gli piace stare per i fatti suoi mentre crea mulini a vento e tartarughe. A casa conservo una sua creazione che uso come fermacarte. La guardo e vedo il bianco accecante delle saline e sento l’odore forte del sale e della salicornia, la delizia chiamata <asparago di mare> che cresce qui.
Mi ci fermo sempre lungo la Via del Sale, tra Trapani e Marsala, ogni volta che posso e non è mai uguale. I colori cambiano e gli specchi d’acqua che formano la scacchiera della salina sono a volte trasparenti e riflettono le eliche rosse dei mulini a vento, altre viola, quasi nere.

Oggi decido di percorrere la via del mare che collega le saline a Marsala e poi più giù, fino a Mazara del Vallo, dove la Sicilia profuma forte d’Africa. Lungo la costa ci sono lunghi pontili su cui la gente, in estate, prende il sole tra canne e acqua. Fondali bassi, bassissimi, ricoperti di posidonia. La vedi fluttuare a bordo dei barconi su cui si raggiunge Mozia e si può visitare la Riserva della Laguna dello Stagnone.
Se guardi bene, a pelo d’acqua, puoi intravedere le lastre in pietra dell’antica strada che collegava Mozia con il promontorio di Birgi sulla terraferma, lunga cica 1,7 km e larga circa 7 metri, in modo da consentire il passaggio di due carri affiancati.

Altre tre isole con Mozia: Isola Lunga, Schola e Santa Maria che fanno da cornice all’intera riserva. Da un lato San Teodoro, dall’altro Capo Lilibeo, una delle <punte> di Trinacria. Decine di kitesurf colorano il cielo. A largo la vista è stupenda. Oltre lo Stagnone ci sono le Egadi e il mare blu.

5 commenti Aggiungi il tuo