Istanbul, Istiklal Caddesi. Al cuore delle cose

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Istanbul
Un viaggio nel tempo lungo la Istiklal Caddesi

Il tram nostalgico di Istanbul sferraglia lento lungo la frenetica Istiklal Caddesi.

Lo fa da quando il viale che attraversa era ancora conosciuto come Grande Rue de Péra e sontuosi palazzi andavano via via sostituendo le tipiche ville in legno distrutte dal terribile incendio del 1870. 

Molti di quei palazzi sono ancora lì, a testimonianza di un passato non troppo lontano e di importanti rivoluzioni che hanno trasformato il temibile e grandioso Impero Ottomano nell’odierna Repubblica Turca, un paese dalla forte identità, strettamente legato alle sue tradizioni, ma capace di guardare al futuro.

 

 
Lo scorso novembre quel tram si è fermato. Il rosso della sua carrozzeria d’antan ha lasciato il posto al rosso del sangue di chi ha perso la vita nell’attentato del 13 novembre scorso. Non è la prima volta che accade. Come se, ad intervalli irregolari, il male, come un bubbone purulento dovesse scoppiare, seminando il terrore in Turchia. 
 
La necessità e l’urgenza che questo viaggio parta proprio da Istiklal Caddesi scaturisce da quel terrore, troppo complesso da capire, impossibile da dimenticare se, in quell’angolo di Istanbul, ci sei appena stata vivendo attimi speciali.
 
I migliori sono legati alla Istiklal Caddesi. Arrivano sino alla Torre di Galata, si affacciano su Bosforo e Corno d’Oro. Sfiorano i minareti delle grandiose moschee di Sultanahmet e conservano i profumi dei mercati più affollati, ma poi tornano a Beyoglu, tra i suoi vicoli e le salite impervie, sino ad arrivare alla Istiklal, al cuore delle cose.
 
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Cicek Pasaji, la Galleria dei Fiori. Ancora bellissima

 

 

 

Il Pera Palace. E molto altro

Lungo la Istiklal Caddesi non fatevi distrarre dalle vetrine ammiccanti. Spesso non sono poi così diverse da quelle che trovereste altrove. Accaparratevi un cartoccio di caldarroste o una pannocchia calda e divertitevi ad osservare i palazzi che si susseguono alla vostra destra e alla vostra sinistra.
 
Sono spesso edifici con una lunga storia, e a volte regalano vedute mozzafiato dalle alte terrazze a cui poter accedere attraverso i diversi locali e ristoranti che le occupano. Una cena a base di pesce all’Eleos, nello storico palazzo Hidivyal sulla Istiklal; o se preferite, un aperitivo trendy al 360 Istanbul.
 
Dalla sua terrazza il Bosforo sembra di toccarlo.
 
All’orizzonte la sponda asiatica, le moschee di Uskudar, la modaiola kadikoy, le yali, antiche residenze in legno che, come pezzi di passato ancorati al presente, resistono e risalgono la costa sino al Mar Nero.
 
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Beyoglu. Dove la strada si fa più stretta e l’atmosfera più intima
 
Quante Istanbul, quante città in una? Quante storie da ascoltare?
 
Mi dicono di provare l’alta cucina al Neolokal, in cima a un edificio che oggi è un centro culturale e una libreria, il Salt Galata, e che un tempo ospitava l’ex Banca Imperiale Ottomana.
 
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Dalle terrazze della Istiklal Caddesi
 
Ma il palazzo a cui da tempo guardo e desidero finalmente vedere con i miei occhi è un altro, il Pera Palace Hotel. Mi piace pensare che il suo ascensore, al tempo il primo dopo quello della Torre Eiffel, sia una specie di macchina del tempo che mi farà capire meglio questa città.
 
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Il leggendario Pera Palace, da poco ristrutturato
 
Ne subisco il fascino: dopo un restyling durato quasi tre anni e costato ventitrè milioni di euro, il Pera Palace ha riaperto i battenti mantenendo il suo status symbol di icona cittadina. Proprietà dello Stato che lo ha affittato fino al 2050 ad una compagnia di investitori turchi, vanta orgoglioso il suo essere totalmente “made in Turkey”, interni e lenzuola compresi.
 
Per comprenderne l’importanza ad Istanbul occorre “prendere” quell’ascensore e tornare al 1892 quando il Pera Palace, la cui facciata progettata dall’architetto Alexander Vallaury è una sintesi di neoclassico, art nouveau e Oriente, era il solo albergo di livello che potesse accogliere i viaggiatori europei in arrivo dall’Europa a bordo del mitico Orient Express.
 
Acqua corrente, elettricità e persino un ascensore per gli aristocratici europei che raggiungevano la stazione Sirkeci e desideravano soggiornare nell’antica Bisanzio. Ad attenderli, persino un’elegante portantina e poderosi facchini che provvedevano, con la sola forza delle braccia, al trasferimento in hotel.
 
Quella portantina c’è ancora e la si può ammirare insieme a tanti altri oggetti che oggi fanno bella mostra al Pera. Come il registratore di cassa di fine Ottocento della Patisserie de Pera o la libreria in legno e avorio della Library Room. O ancora le posate d’argento Christofle ancora impacchettate e trovate in una stanza nascosta da un muro abbattuto durante i lavori di restauro.
 
Qualora non bastasse tutto ciò a garantire fascino e mistero, un altro oggetto contribuisce al mito del Pera Palace, una chiave. Sarebbe quella del diario segreto di una ospite celebre, Agatha Christie, che al Pera, nella stanza 411, ideò e scrisse Assassinio sull’Orient Express.
 
Non fu la sola a lasciare una traccia indelebile: dal Pera passarono Greta Garbo e Jacqueline Kennedy, Alfred Hitchcock e Ernest Hemingway, politici, regnanti, spie e imprenditori. Pare quasi di vederli ancora nell’arabeggiante Kubbeli Saloon o all’Orient Bar.
 
Istanbul
Sulle strade di Beyoglu
 
Un tè da mille e una notte potete prenderlo ancora oggi, ogni giorno a partire dalle 15.00 e sino alle 18.00, tra porcellane finissime e delizie dolci e salate. Oppure fare un salto al mattino, dalle 10.00 alle 11.00 (nel pomeriggio dalle 15.00 alle 16.00) e visitare l’unica parte del Pera oggi adibita esclusivamente a museo, la stanza 101, la stanza di Mustafa Kemal Ataturk, padre della patria.
 
Non solo abiti ed effetti personali ma anche oggetti testimonianza di un’epoca delicatissima per la Turchia moderna: il Malato d’Europa, l’antico Impero Ottomano, già sezionato e vilipeso al tavolo europeo della Prima Guerra Mondiale che diventa giovane Repubblica proiettata al futuro.

Dalla Russia degli zar

Cicek Pasaji, il Passaggio dei Fiori. Il nome sembra proprio nascere dai primi fiori venduti in questa splendida galleria dall’allure Belle Époque, inaugurata nel 1876, oggi tappa obbligata durante una passeggiata lungo la Istiklal Caddesi e sede di pub e ristoranti.
 
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Lontano, all’orizzonte, il ponte di Galata e, oltre, le moschee e i mercati di Sultanahmet
 
Come tanto altro qui, non fu risparmiata dal Fuoco di Péra del 1870 quando ancora era teatro frequentato da sultani e ricchi magnati. Poi, nel corso degli anni, vide proprietari e destinazioni d’uso differenti sino a quando, si racconta, nobildonne russe in disgrazia, scappate dalla madre patria dopo la Rivoluzione Russa del 1917, cominciarono a venderci fiori. 
 
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I gatti di Istanbul ti raccontano mille città, centinaia di storie…
 
Non era l’unico luogo frequentato dall’élite russa in fuga: poco distante dal Cicek Pasaji, esiste ancora oggi un ristorante che gode del titolo di “Cultural Heritage Institution”, il 1924 Istanbul. Tradizione vuole che fosse frequentato da spie e diplomatici e che inglesi e tedeschi si scrutassero reciprocamente schierati ai due lati della sala.
 
Amato da Greta Garbo e Agatha Christie, nacque nel 1924, quasi insieme alla Repubblica Turca: non è un caso che al 1924 Istanbul ci sia ancora un tavolo “riservato per l’eternità” al padre della patria Ataturk.
 
Con un nostalgico menu color seppia, propone classici pelmeni, i ravioli ripieni russi, caviale, blinis e ovviamente …vodka.
 
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Istiklal Caddesi. Porte, finestre, balconi: ogni palazzo una storia diversa con un passato antico

Non va sempre bene

Alcuni pezzi del passato dal passato sono stati riacciuffati e riportati all’antico splendore.
 
Altri sono stati trasformati e hanno trovato nuova linfa e un abito nuovo. Non sempre va così però. È recente, ad esempio, la chiusura della storica pasticceria Lebon, nata nel 1800, che ha chiuso i battenti lo scorso ottobre. Pare che l’affitto fosse diventato insostenibile.
 
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La Torre di Galata
 
Cosa diventerà ora? Per fortuna accanto i tanti bei locali affiliati ad importanti catene internazionali, esistono ancora nel cuore di Galata, vicino l’antica Torre, piccoli caffè, dove bere un tè o un caffè alla turca, trovare una copia di un vecchio libro di Pamuk e magari un micio pigro e pasciuto.
 
Ad Istanbul i mici non sono una trovata pubblicitaria ma veri e propri protagonisti del tessuto urbano.

Galata Mevlevihanesi. Grazia e rapimento 

 
Dove la Istiklal si fa stretta e i grandi marchi lasciano spazio a piccole botteghe di strumenti musicali, esiste ancora un antico tekke, un convento, o meglio una residenza dei dervisci.
 
Oltre c’è la Torre di Galata, saracinesche che fanno da tela alla street art locale e negozietti di souvenir non sempre scontati e in serie. Karakoy è ad un passo coi suoi minuscoli locali dove il profumo di pesce anticipa già il sapore del piatto che sceglierai, con lo spettacolo del ponte di Galata e dei piccoli e grandi traghetti che vanno e vengono sullo sfondo.
 
Il Galata Mevlevihanesi, eretto nel 1491 ed oggi adibito a museo è il più antico degli storici tekke della confraternita dei Mevlevi. Non è semplice assistere ad una cerimonia dei dervisci. Spesso si tratta di spettacoli confezionati ad hoc per il turista. Scopro che una cerimonia può durare ore e richiedere grande interesse e attenzione.
 
Ho avuto la fortuna di assistere ad un evento inserito all’interno di un festival, gratuito e con davvero pochi posti a disposizione.
 
Quel posto era mio, lo so. Perché è nel ripensare a quel vortice elegante ed ipnotico che rifletto sull’anima di questo luogo, alle mille epoche e realtà diverse che ha vissuto, a quanta storia è passata da qui, dalla Grande Rue de Péra, e a quanta ancora, nel prossimo futuro, ne passerà.
 
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“Che tu possa cantare con rapimento e danzare come un derviscio…”

6 commenti Aggiungi il tuo

  1. Nemesys ha detto:

    Bellissimo e completo articolo, brava come sempre 👏🏻👏🏻👏🏻

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  2. Mike ha detto:

    Mi piacerebbe farvi concorrenza ma alla grande.E’ un complimento.

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    1. dettabroad ha detto:

      Grazie Mike. Sei molto gentile 😉

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  3. Prima di leggere questo tuo splendido post avevamo altissime aspettative su Istanbul e adesso queste aspettative sono schizzate alle stelle!
    I tuoi racconti e le tue foto sono sempre in grado di far percepire attraverso uno schermo le atmosfere magiche che si respirano in luoghi come questo!
    Brava, brava, brava anzi bravissima!

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    1. dettabroad ha detto:

      Siete splendidi ragazzi! E anch’io ci torno in Turchia…troppe cose in sospeso 😉

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