Malta. Ipogeo di Hal Saflieni

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Ipogeo di Hal Saflieni - Paola
Ipogeo di Hal Saflieni – Paola

Lo hanno scoperto per caso nel 1902. L’Ipogeo di Hal Saflieni stava lì, in attesa, fino a che, dopo millenni, la luce vi ha fatto nuovamente ingresso. Alcuni operai ne picconarono per caso il tetto scoprendo che sotto si nascondeva un luogo oscuro, misterioso, custode di indicibili tesori.

Capita così – forse per caso, forse no – che il passato si manifesti, ricordandoci quanto tutto è precario e temporaneo e quanto ancora abbia da insegnare e raccontare. E’ successo nel 1997 quando le reti del peschereccio Capitan Ciccio tirarono su prima una gamba e poi l’intero Satiro Danzante dalle acque del Canale di Sicilia; nel 1972, quando il sub Stefano Mariottini scoprì lungo le coste calabre, sotto pochi centimetri di sabbia, i Bronzi di Riace; nel 1974 quando alcuni contadini dello Shaanxi in Cina, trovarono i resti di alcuni dei Guerrieri dell’Esercito di Terracotta, dando il via ad una delle scoperte più grandi dei nostri tempi. Sono squarci di luce, inaspettate corsie preferenziali ai misteri della storia e dell’uomo.

A Malta, lo studio dei segreti dell’Ipogeo di Hal Saflieni affidato a Padre Manuel Magri della Compagnia di Gesù, e, dopo la sua morte, allo studioso Themistocles Zammit, destò grande meraviglia. Si comprese nel tempo che lì, nel 4000 a.C., prima quindi che in Egitto fossero costruite le Piramidi o in Gran Bretagna Stonehenge, altri uomini, i nostri antenati, erano riusciti a scavare nella pietra viva, col solo ausilio di altra pietra, una struttura profonda 10 metri e suddivisa su tre livelli collegati uno all’altro.

 

La grandiosità di Hal Saflieni su tre livelli di sorprese e misteri

Immaginate di ammirare i templi megalitici maltesi – Tarxien, Hagar Qim e Mnajdra, Ggantija e Ta’ Hagrat,. E i tipici triliti, le strutture composte da un elemento orizzontale sostenuto da due verticali. I grandi massi in pietra, le sfere, i motivi a spirale, la pianta a trifoglio e le camere circolari. La particolare posizione affinché la luce li attraversi fino a toccare l’altare ai solstizi d’inverno e primavera.

Lo avete fatto? Ora trasferitene le architetture e le geometrie nelle viscere della terra e avrete una prima idea di Hal Saflieni. Perché lì sotto il tempo e gli agenti atmosferici non hanno alterato la bellezza e grandiosità iniziali lasciandoci una precisa idea di come tale tipo di costruzione dovesse essere al principio. Coloro che per primi si addentrarono nell’ipogeo, livello sotto livello, scoprirono un mondo parallelo, sospeso, fermo nel tempo, con disegni “ricamati” sulle pareti in ocra rossa e i resti di circa 7.000 anime. Si trattava quindi di una necropoli, un luogo di sepoltura e culto dei morti. Accanto ossa e teschi c’erano amuleti, perline, ceramiche, animali scolpiti e figurine umane.

La donna che dorme e il suo sonno millenario

C’era poi lei, la Sleeping Lady, la donna che dorme, una statuetta che risale a circa 5.000 anni fa raffigurante una figura femminile distesa su un fianco con la testa reclinata e poggiata su un braccio, come se dormisse, splendida nelle sue rotondità. Dea madre, dea dormiente, simbolo di fertilità e del ciclo della vita: dalla morte alla rinascita, dal sonno al risveglio.

La Sleeping Lady è custodita al Museo Archeologico Nazionale di Valletta insieme ad altre sculture femminili recuperate in tutta Malta e divenute simbolo dell’isola. Le donne grasse le hanno chiamate: grembo e fianchi larghi, braccia piene, mani e piedi minuti, vesti vezzosamente plissettate e gambe a volte leziosamente raccolte e leggermente piegate su un lato. Una femminilità piena e matura ante litteram. Il Museo Archeologico Nazionale, con sede nell’Auberge de Provence, uno degli edifici che ospitavano i cavalieri appartenenti alla stessa area etno-linguistica, ospita anche la Venere di Malta rinvenuta ad Hagar Qim.

Sleeping Lady - foto web
Sleeping Lady – foto web

Come funziona la visita all’Ipogeo

Dopo l’iniziale scoperta ad inizio Novecento e l’apertura al pubblico, il sito interruppe il suo sonno incontaminato e scoprì gli effetti dello scorrere del tempo. La Storia, quella con la S maiuscola, ci mise del suo costringendo i maltesi ad utilizzare l’ipogeo come rifugio durante i conflitti mondiali. Per anni diventò persino luogo di gioco per i bimbi del posto e poco alla volta, muffe ed altri agenti aggredirono irreversibilmente i delicati disegni color ocra.

La decisione presa fu drastica e dopo un lungo periodo di chiusura, l’accesso al sito è stato severamente regolamentato: solo dieci persone per volta possono accedervi e sono solo otto gli ingressi giornalieri consentiti. Un complesso meccanismo e un sistema di accensione della luce al passaggio dei visitatori garantisce e mantiene temperatura ed umidità al livello corretto. Infine un insieme di passerelle evita l’eventuale o anche casuale contatto con le superfici.

Inutile dire quindi che, se si desidera visitare l’Ipogeo, è necessario prenotare fino a mesi prima, specie se nei periodi di alta stagione. L’indirizzo mail dove farlo acquistando i biglietti, 35 euro a persona, è il seguente https://booking.heritagemalta.org/

Cosa vi aspetta? L’Ipogeo si trova in località Paola e l’edificio che lo custodisce si uniforma e quasi si mimetizza tra le locali abitazioni a un piano dai colori chiari che ricordano le sfumature della terra dell’isola. Occorre presentarsi almeno un quarto d’ora prima l’orario fissato e attendere in una piccola area dove sono esposti alcuni souvenir e diversi testi di approfondimento.

Prima della visita è obbligatorio lasciare borse e zainetti negli appositi armadietti. Non è consentito fare foto e video. Tutte le immagini di questo articolo, ad eccezione di quelle scattate all’esterno del sito, sono tratte dal web e dal testo The Hal Saflieni Hypogeum di Anthony Pace, Malta Insight Heritage Guides.

 

Bisognerà affidarsi ai propri ricordi ed emozioni per fissare nella memoria quanto visto: per una volta sarà bello lasciarsi andare al racconto per immagini e suoni che costituisce la prima parte della visita. Non preoccupatevi per la lingua: a ciascun ospite è assegnata un’audioguida con la lingua che preferite. Comincia quindi il percorso nelle viscere dell’Ipogeo, dal primo livello dove sono ancora visibili le tracce delle fondamenta delle abitazioni in passato costruite sopra, sino al terzo livello, passando attraverso la Camera Principale, la Stanza dell’Oracolo, la Cisterna e il Sancta Sanctorum. Stanze più grandi si susseguono tutto attorno illuminandosi a turno e rivelando così la presenza di altre più piccole, tutte collegate tra loro. Il rumore dello scalpellio della pietra riprodotto artificialmente aiuta ad immaginare uomini intenti a creare millimetro dopo millimetro questa meraviglia. Un lavoro immane, patrimonio Unesco dal 1980, reso ancora più tangibile dalla grandiosità dei dettagli, dalla precisione con cui le pareti sono state tagliate ricreando l’illusione di colonne e le geometrie tondeggianti.

Una volta fuori, in strada, davanti la struttura esterna in realtà piuttosto anonima, si ritorna con la memoria al 1902 ringraziando il caso che ci ha, almeno in parte, permesso di sbirciare appena in un’epoca lontanissima i cui segreti sono ancora tutti da scoprire.

6 commenti Aggiungi il tuo

  1. rchiarappa ha detto:

    Che bello che tu sia riuscito a visitarlo Benedetta! So di tanta gente che è tornata a Malta un sacco di volte e non ne ha mai avuto l’opportunità.
    Noi questa volta non riuscivamo affatto a inserirlo non tanto per il fatto di prenotare in anticipo (lo sapevamo e lo avremmo fatto) ma proprio per mancanza di tempo: siamo molto soddisfatti di ciò che siamo riusciti a fare in poco più di due giorni e tante altre cose le abbiamo già inserite nella lista della prossima visita all’arcipelago. E tra queste c’è l’ipogeo di Hal Saflieni 🙂

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    1. dettabroad ha detto:

      Non sai la felicità quando sono riuscita a trovare i biglietti Rosalia! È incredibile quante cose ci siano da scoprire a Malta, altro che solo disco e casino. Facciamo così: alla prossima conto di vedere tante delle cose che tu sei riuscita a vedere…me le sono già segnate da Città Meridiane!

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  2. simonedda ha detto:

    Ne avevo letto sulla mia guida ma, ahimè, avendo poco tempo a disposizione non ho potuto includere questo sito nel mio breve viaggio. Ho potuto ammirare la Sleeping Lady e le altre figure di donne nel Museo Archeologico ma mi sarebbe piaciuto poter vivere quelle sensazioni che hai descritto all’interno dell’ipogeo. Luoghi come Hal Saflieni destano sempre tanto stupore in me. Nel 4000 a.C, senza i mezzi di cui disponiamo oggi, i nostri antenati hanno scavato nella pietra per creare una simile meraviglia. Solo a pensarlo mi prende l’emozione.

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    1. dettabroad ha detto:

      È forte l’emozione una volta dentro, davvero forte. Sai che invece io la Sleeping Lady non sono riuscita a vederla? Come hai detto tu nel tuo post tutto ha congiurato contro e l’Auberge ho dovuto rimandarlo…ma solo rimandarlo!!!

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