
Possono i nomi delle strade parlarti di un luogo che non conosci?
Nel piccolo borgo siciliano di Geraci Siculo esiste una via Civetta, una via Cervo e una via Avvoltoio. C’è poi una via Luna e una via Brina e si potrebbe continuare a lungo con un viaggio nella toponomastica che già anticipa e racconta l’anima di questo luogo.
Circondato dagli aceri, gli abeti, i faggi e gli agrifogli del Parco delle Madonie, Geraci Siculo è un posto autentico, genuino, come l’acqua oligominerale che qui sgorga da sorgenti purissime.
Borgo più bello d’Italia, Comune Fiorito d’Italia. Candidato al Borgo dei Borghi. Tanti i titoli ottenuti, ci auguriamo altrettanto prestigiosi quelli che verranno. Nel frattempo percorriamone strade e vicoli, ascoltiamone il ritmo. Sarà come tornare a casa.
La bellezza a Geraci è facile. Come bere un bicchier d’acqua
Ce l’avete una borraccia? Portatela con voi. A Geraci Siculo l’acqua è speciale.
Tra le più leggere d’Italia, è consigliata per riattivare la diuresi e per tutte le diete a basso contenuto sodico.
L’acqua di Geraci Siculo è semplicemente buona.
Partite dal Bevaio della Santissima Trinità (in copertina), venti metri lungo, con due fontane laterali e quattro bocche che riversano l’acqua in coppe d’arenaria e in una vasca centrale. Osservate con cura la cornice merlata, cercate i motivi floreali, andate alla ricerca del leone rampante che sostiene una spada con le zampe anteriori e tiene un elmo su quelle posteriori. Ѐ lo stemma dei Ventimiglia, la nobile casata che di Geraci fece una contea importante, in grado di amministrare la giustizia e coniare monete proprie.

Gli stessi Ventimiglia che fecero costruire il castello di Castelbuono, altro borgo delle Madonie, dove oggi è custodita la sacra reliquia del teschio di Sant’Anna.
Prima stava nella chiesetta di Sant’Anna a Geraci Siculo, la Cappella Palatina, integra, perfetta, quasi un miracolo tra le rovine dell’antico castello. La chiesetta di Sant’Anna si erge fiera in quello che oggi è il Parco Archeologico del Castello dei Ventimiglia, tra gli archi degli antichi passaggi sotterranei, le torri con gli angoli mozzati, le cisterne vuote, la finestra moresca.

Questione di ceci. L’augurio più dolce
All’interno della chiesa di Sant’Anna lo spazio è raccolto. Essenziale e quasi mistico. Sant’Anna occupa un posto del cuore a Geraci. Ѐ infatti la santa protettrice delle donne in gravidanza e dei piccoli nati. Tradizione vuole che in occasione dei festeggiamenti della Santa o quando un nuovo arrivato viene alla luce, siano regalati ceci tostati come buon augurio .
Il Salto dei Ventimiglia. Pronti a vivere il brivido del vuoto?

L’antico nome greco di Geraci Siculo è Jerax, avvoltoio, perché la rocca su cui sorge era abitata da questi maestosi animali. Possiamo immaginare di vederli planare regali nel vuoto dello strapiombo. Lo stesso strapiombo nel quale Francesco I di Ventimiglia avrebbe scelto di lanciarsi in sella al suo cavallo quando, nel 1338, Geraci fu assediata.
Nel preciso punto in cui Francesco balzò nel vuoto, è stata costruita una passerella sospesa nel vuoto, il Salto dei Ventimiglia, su progetto di Carmela Musciotto e Giuseppe Antista. Un affaccio panoramico di soli vetro e acciaio che si allunga di circa tre metri dalla parete rocciosa. Da brivido.
Nel locale attiguo, un centro informativo e i bassorilievi in terracotta del ceramista di Santo Stefano di Camastra Filadelfio Todaro che raccontano la storia di Francesco.
Costanza Chiaramonte. Una triste storia a Geraci

Tra i bassorilievi ce n’è uno che colpirà la vostra attenzione: Francesco è ritratto accanto una nobil donna. Si tratta di Costanza Chiaramonte, contessa di Modica, prima moglie del Ventimiglia e casus belli.
Si racconta infatti che Geraci pagò il prezzo dell’assedio quando Francesco fu accusato di tradimento per essersi rifiutato a prender parte al Parlamento indetto dal re Pietro II, aizzato dai Chiaramonte e dai Palizzi, nemici dei Ventimiglia.
E si dice anche che tanto livore da parte dei Chiaramonte fosse dovuto al fatto che Costanza Chiaramonte era stata ripudiata con tanto di dispensa papale perché sterile.
Costanza sembra ancora di vederla aggirarsi tra i vicoli di Geraci mentre raggiunge il Monastero di Santa Caterina dove si rifugiò dopo essere stata abbandonata.
Un caffè con il sindaco Luigi Iuppa. A Geraci si guarda al futuro

Ѐ un momento magico per Geraci. Quanto seminato nel tempo ha letteralmente fatto fiorire Geraci: il borgo accoglie il visitatore con vicoli e giardini fioriti, le vetrine di botteghe e graziose boutique presentano i prodotti migliori, l’offerta di trattorie e ristoranti gourmet cresce.
Sì, è vero, durante la pandemia in tanti hanno scelto di vivere il borgo quale meta sicura che garantisce relax ed emozioni autentiche ma a Geraci si è fatto qualcosa in più. L’amministrazione comunale ha ideato un coupon, una sorta di bonus vacanza, che ha consentito al visitatore di risparmiare su tutti i prodotti proposti dalle attività che hanno aderito all’iniziativa, alberghi e ristoranti compresi. Ciò ha permesso di tenere alzate le saracinesche e vederne aprire di nuove. Un successo che il Comune desidera ripetere.
Altre iniziative guardano al patrimonio naturale che circonda il borgo come capanni per il birdwatching e percorsi a tema.
C’è poi un progetto di cui ci parla il sindaco Luigi Iuppa passeggiando lungo il caratteristico reticolo di strade a lisca di pesce: una rete idrica secondaria che possa offrire, attraverso le tante fontane e fontanoni presenti a Geraci, la preziosa acqua oligominerale che sgorga dalle sorgenti delle Madonie con intatte le peculiari caratteristiche termali. Un termalismo diffuso che si abbinerebbe ad un’ospitalità diffusa.
Che ne dite? Ci piace?

Sulle tracce di un prezioso volume. Federico II tra i tesori di Geraci Siculo
A Geraci non perdete la visita del Convento dei Padri Cappuccini. Fortemente voluto dai Ventimiglia che ne perorano la causa al Papa, il convento tutela un tesoro: un prezioso volume stampato nel 1596 del famoso trattato di Federico II sulla falconeria, <De arte venandi cum avibus> l’unico esistente in Sicilia.
Insieme al testo del 1500, un’intera collezione di testi antichi, 1500 volumi che datano dal XVI al XIX secolo.
Il Monastero accoglie eventi e conferenze nelle aree precedentemente vissute dai monaci, oggi riconvertite. Si conservano gli affreschi dell’antico refettorio e alcune tele di pregio. Presente inoltre il Museo Etnoantropologico delle Madonie e l’archivio storico del comune.
Santi patroni e santi protettori. A Geraci c’è l’imbarazzo della scelta
Ricordatevi che a Geraci San Bartolo e San Giacomo, rispettivamente patrono e protettore del borgo, sono cosa seria. Nessuna rivalità tra i due però. C’è chi giura che siano cugini!
Tanto legati da presentarsi puntuali agli appuntamenti che li vedono protagonisti. San Giacomo, la cui chiesa è nella parte più alta, vicino al castello, è il primo a muoversi ad inizio agosto per omaggiare e andare a prendere San Bartolo, di stanza nella parte bassa del paese. Insieme raggiungono la Chiesa Madre dove trascorrono un lungo periodo a farsi convenevoli. Solo dopo un mese, è San Bartolo a riaccompagnare il santo <cugino> a <casa> per, infine, far ritorno nella sua chiesa.

Gli allegri scambi di cortesie tra santi non sono altro che stupende e commoventi processioni che animano il calendario di Geraci.
Una, in particolare, è quella che vede tra i vicoli in processione il quadro dell’Annunciazione, di Jacopo da Empoli e di evidente influenza vasariana. Il dipinto ruota e si adatta all’esiguo spazio di strade e vicoli grazie al complesso sistema su cui poggia.
C’è poi una leggenda dedicata al quadro: si narra che, quando ignoti provarono a trasferirlo nella vicina Castelbuono, il quadro, che già aveva salvato Geraci dalla peste, si fece così pesante da non poter essere spostato sino a quando le campane cominciarono misteriosamente a suonare dando l’allarme. Rimase così per sempre nella bellissima Geraci.
Lo trovate esposto all’interno della Chiesa Madre dove potrete ammirare anche due splendide Madonne di scuola gaginiana, la Madonna delle Mercede e la Madonna delle Nevi.
La cuddura è solo l’inizio
Che cos’è la cuddura? Goloso pane fritto e condito con acciughe, origano e pepe. Se preferite, a Geraci la cuddura è anche dolce, con cioccolato e granella di nocciola.
Vi ho preso? L’elenco delle delizie a Geraci è assai lunga. Imperdibile la pittrina ca fasola, castrato al sugo con la <fagiola> verde locale, saporiti fagioli verdi; in alternativa i sasizunedda ca addauro, polpette avvolte in foglie di alloro.
Speciali i serafineddi e vuccunetta, dolci di mandorle e le cassate, piccoli e profumati buccellati a base di fichi, mandorle, noci, nocciole, limone, cannella, vaniglia e miele.
Come un topo nel cacio. Di tuma e caciocavallo
Col formaggio a Geraci Siculo ce la sanno. Ricotta, tuma, primosale, caciocavallo, provola. Assaggiateli tutti. Panciuta e dal colore giallo paglierino, la provola delle Madonie è presidio Slow Food e la tuma è una golosità servita con le acciughe e arrostita alla brace.
Si tratta di specialità locali prodotte nei marcati tradizionali, caseifici attrezzati di ovili in pietra che rendono unico il paesaggio con un bagaglio unico di tradizioni e usanze che vanno in scena con la festa della transumanza dei pastori a maggio e con un altro evento assai peculiare che ha luogo a luglio solo ogni sette anni, A Carvaccata di Vistiamara. I pastori sfilano con i chirchi, strutture abbellite da fini merletti e piccole forme di caciocavallo modellati a mano, i cavadduzzi e le palummedde. Altri portano i paramenti sacri, solo il <cassiere capo> può portare l’ostensorio.

C’è un albero unico al mondo a Geraci
Il verde è il colore che abbraccia Geraci. Alberi centenari, rare orchidee e sugherete infinite circondano il borgo.
C’è poi una specie unica che cresce solo qui, nel Parco delle Madonie, l’Abete delle Madonie, l’Abies Nebrodensis. Pochissimi gli esemplari rimasti in un contesto unico al mondo.
Geraci è inoltre nota per le sue torbiere, archivi fossili dove si sono accumulate, nei millenni, i pollini delle piante indigene. Vere e proprie <biblioteche> della natura e della biodiversità che muta nel tempo.

Accoglienza. A Geraci non è tanto per dire
Il travel tip che a Geraci non potete perdere: le persone.
Fateci caso. A Geraci la gente è solare e accogliente e ne fa un vanto. Le signore del borgo fanno a gara per mostrarvi il proprio giardino fiorito e non è raro che vi si chieda: “A cu apparteni?”, “A chi appartieni?, Chi sei? Da dove vieni?
Chiedete, informatevi. Domandate che cosa è lo scottish, come si prepara la cuddura, come si indossa un cappularu, quante tribunedde ci sono in paese.
A Geraci il viaggio non finisce mai.


Ringraziamo il Comune di Geraci Siculo per la collaborazione e l’attenta assistenza.
Un grazie speciale a Adriana Lodico, Concetta Cusimano, Alessia Tumminello e a tutti i volontari del Servizio Civile. Chiedete di loro. Vi racconteranno una Geraci che solo chi ne è innamorato conosce.

Geraci grazie a te ci ha totalmente conquistato.
E con quel “a chi appartieni?” ci siamo sentiti subito a casa perché è la tipica domanda che rivolgono nei nostri paesi le persone più grandi agli “sconosciuti”.
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Proprio così Rosalia. Lo fanno con un approccio diretto, spontaneo, affettuoso. Ed è un pò come sentirsi a casa.
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Già i nomi delle vie mi hanno conquistata. Raccontano una storia ed una sensibilità. E poi quanta bellezza. Quei campanili con le maioliche colorate sono bellissimi ed insoliti. Uno di quei borghi che ti fanno stare bene, dove viene voglia di ritirarti per vivere con serenità ed anche un sorriso stampato sul viso. A proposito, ho un’estrema voglia di cuddura ora 🙂
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Dolce o salata Simo?
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Assolutamente salata, Benedetta 😊
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Salata sia allora, con acciuga e origano!
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I very much enjoyed reading the article. I am anxious to visit Girachi again. I will seek to find a local guide to better acquaint me to all the wonderful sights.
We visited Girachi back in 2019 and met many wonderful people, but our visit was short but fun.
See you in July
Joe and Antonella Puleo
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Sicily is waiting for you! If you choose to visit Geraci again, ask for local municipal guides. They are volunteers and extremely skilful.
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Dato che sono andati per borghi tutto l’anno, Geraci entrerebbe di diritto nei borghi da vedere in un viaggio in Sicilia. Lo segno nella lista per l’itinerario Siculo.
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Lo reputo un borgo davvero delizioso come tutta l’area del Parco delle Madonie. Dai che vi aspetto. Prima o poi…
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