Mi piace mangiare. Sono bravissima a farlo. E sono curiosa. Non resisto e, in giro per il mondo, ad assaggiare non mi faccio pregare. A cucinare la storia si fa più complicata. Diciamo che ce la metto tutta – quasi sempre – e a Bali Ketut mi ha convinto a provare una cooking class, un’intera mattinata a tagliuzzare, soffriggere e spentolare tra i fornelli per scoprire la cucina indonesiana.
In realtà di centri e ristoranti che a Bali propongono corsi di cucina ce ne sono tantissimi. Se date un’occhiata sul web ne troverete a decine. Anche TripAdvisor ha dedicato un’intera pagina all’argomento. Il costo va dalle 350.000 rupie, circa 25 euro, a salire, con soluzioni per chef e cuochi di mestiere.
Io e Armando abbiamo scelto il centro di Ketut a Ubud che va bene anche per disastri come noi e ci siamo divertiti come pazzi con tutto il suo team. Con loro al mattino si inizia presto, intorno alle 8, quando ti prendono in albergo e ti accompagnano al mercato locale per scoprire dal vivo odori e sapori e imparare a conoscere spezie e verdure che poi si andrà a cucinare. Il centro di Ketut è appena poco lontano dall’Ubud Palace e dal mercato, immerso nelle risaie. Vieni accolto con un succo di tamarindo fresco e dal padrone di casa in persona.
Non vi stupite se scoprirete che c’è più di un Ketut. A Bali il nome dato dai genitori al quarto figlio è sempre Ketut, così come per il primo è Wayan, il secondo Made, il terzo Nyoman. Che sia maschio o femmina poco importa…basta inserire Ni se è femmina, I se è un maschio. Al quinto figlio si ricomincia daccapo aggiungendo Balik, “un altro”. In realtà al primo nome ne segue sempre un secondo che rende la vita ai balinesi un po’ più semplice!
Il nostro Ketut è un omone simpaticissimo così come tutti gli altri collaboratori e cuochi. Con loro, ciascuno alla propria postazione completa di tutto, realizziamo un intero menu spiegato passo passo.
Incredibile a dirsi riusciamo a cucinare del tonno cotto in foglie di banano – pepes ikan – dei noodles con le verdure – mie goreng – spiedini di pollo marinato – sate ayam – e del pollo fritto balinese -ayam bumbu bali – , una zuppa buonissima – soup ayam- e persino un dolce fatto con le banane – kolak pisang . Non si tratta certamente del babi guling, il maialino arrosto ripieno di spezie ma abbiamo finalmente capito cos’é che rende alcuni piatti così unici. Quel non so che in grado di riportarci in Oriente quando capitava di sentirne uscire il profumo da un ristorante o dal banco di un mercato in Italia. La bumbu bali– per esempio, una pasta di zenzero, curcuma, lemon grass e tanti altri profumi . O la sambal ulek, piccantissima!
Accanto a noi ci sono due ragazzi olandesi con cui facciamo amicizia: uno dei due è un cuoco e io ne approfitto per sbirciare quando mi sento persa e prima che Made, un collaboratore di Ketut, si avvicini e rida sotto i baffi. Alla fine si condivide il cibo cucinato in grandi tavolate comuni e si porta a casa un opuscolo con le ricette.
Vedo già le risatine sotto i baffi di amici e parenti che mi conoscono: non provate a fare battute! Ho già cucinato un paio di ricette a casa, le più semplici, è chiaro… e il risultato non è niente male…
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