
Si avvicina ai novanta e nonostante l’età è perfettamente funzionante. Sarebbe il caso di dire che <non perde un colpo>.
Di cosa parliamo? Del più grande e complesso orologio meccanico e astronomico al mondo custodito all’interno del campanile del Duomo di Messina.
Siamo in Sicilia, nella città affacciata sull’omonimo Stretto, spettacolo grandioso e ben visibile dal belvedere in cima al campanile. Fu commissionato dall’arcivescovo Angelo Paino e realizzato dalla ditta Ungerer di Strasburgo nel 1933 e da allora è simbolo dell’intera cittadina.

Storia e tradizione dietro le figure del campanile
Sono cinquantaquattro gli automi che animano il grande orologio e non sono stati scelti a caso. Ciascun elemento bronzeo è stato selezionato da Théodore Ungerer affinchè il complicato meccanismo non battesse semplicemente il tempo ma <raccontasse> attraverso i suoi ingranaggi la storia, il credo e persino la tradizione messinese.

Doveva stupire e allo stesso tempo essere icona per i messinesi in cui identificarsi, parte integrante del più grande complesso del Duomo, già in piedi in epoca normanna e via via nei secoli rimaneggiato, piegato da guerre, incendi e terremoti e ogni volta ricostruito.
Ungerer volle che l’orologio testimoniasse alcuni degli episodi più indicativi dell’indole della città e partì da animali simbolo quali il leone e il gallo. Il primo enorme, incoronato, alto 4 metri e posto alla sommità della torre, doveva raccontarne la forza, l’animo indomito, la resistenza e resilienza; il secondo, 2 metri e 20, il risveglio e l’insurrezione.
Siamo nell’agosto del 1282 durante la Guerra dei Vespri Siciliani e Messina è sotto assedio angioino. Resiste e vince e tradizione vuole che ci riesca grazie a due donne coraggiose, Dina e Clarenza. Potete osservarle ai due lati del gallo. Battono le ore e i quarti e in quel lontano agosto diedero l’allarme salvando l’intera città.

Pochi anni dopo, nel 1294, un altro evento miracoloso ed eccezionale ebbe luogo a Messina. La Madonna apparve in sogno a fra’ Nicola e gli chiese di costruire una chiesa in suo onore. Sarebbe stata una colomba ad indicargli il luogo esatto e il perimetro da edificare. Così fu e ancora oggi la chiesa si erge sulla rocca all’interno del campanile anticipata dal volo di una colomba. Quella vera, la Chiesa di Montalto, è poco distante dal suo automa in scala e ben visibile dal Duomo sul colle della Caperrina.

Appena sotto al gallo affiancato da Dina e Clarenza, la fede torna a raccontare Messina e lo fa con la patrona, la Madonna della Lettera, al cui cospetto sfilano San Paolo che a Messina diffuse il Cristianesimo e gli ambasciatori giunti a Gerusalemme da Messina per onorarla e a cui la Vergine donò una lettera. In quella lettera si prometteva eterna protezione alla città e vi era scritto <Vos et ipsam civitatem benedicimus>, le stesse parole che ancora oggi, dal basamento della Madonnina del Porto, accolgono chi arriva dal mare.
Poco sopra le scene bibliche che variano in base al calendario liturgico: l’adorazione dei Re Magi dall’Epifania a Pasqua; la resurrezione di Gesù da Pasqua a Pentecoste; la discesa dello Spirito Santo da Pentecoste a Natale.

Appena dodici minuti di bellezza al giorno

Le creature del Campanile del Duomo di Messina sono vive. I messinesi lo sanno e non c’è bimbo, me compresa, che non sia rimasto a bocca aperta allo scoccare del fatidico orario. Il complesso meccanismo ideato nel 1933 è in perenne movimento ma ogni giorno, a mezzogiorno, va in scena con uno spettacolo sempre uguale eppure unico ogni volta.
Alle 12.00 in punto un sistema di leve e contrappesi mette in moto gli automi che cominciano a muoversi e a farsi sentire secondo un ordine ben preciso. É il leone a dar il via ruggendo e sventolando la bandiera messinese. Lo segue il gallo e il suo chicchirichì.
Inizia poi a sentirsi, lieve ma chiara tutt’attorno la Cattedrale, l’Ave Maria di Schubert ed è dolcissima. Accompagna l’apparire della Chiesa di Montalto, lo scorrere della scena biblica prevista a secondo del periodo, la consegna della lettera che sancì nel 42 d.C. l’amore della Madonna per Messina.
La Storia di Messina, la Storia dell’uomo, la Storia del mondo
Un insieme più grande quello in cui Ungerer inserisce Messina e la sua storia. Non solo i messinesi ma l’uomo e l’intero cosmo in cui vive e di cui è piccola parte.

Il Carosello delle Età racconta l’uomo e le fasi della vita Quattro statue a grandezza naturale, un bambino, un giovane, un guerriero, un vecchio che le attraversano e si portano al centro della scena ogni quarto d’ora sorvegliate dalla morte, uno scheletro, instancabile e onnipresente.
Il Carosello dei Giorni torna a scandire i giorni, ciascuno rappresentato da una divinità pagana, portata in trionfo da un carro, trainato da un animale diverso che cambia alla mezzanotte: domenica è di Apollo; lunedì di Diana, martedì di Marte; mercoledì appare Mercurio trainato da una pantera; giovedì Giove con una chimera; venerdì è la volta di Venere; sabato di Saturno.

Date un’occhiata anche alla facciata laterale: splendido alla base il Calendario Perpetuo, un grande disco di circa m. 3,50 di diametro che segna i giorni, i mesi, gli anni e le feste mobili. Un angelo in marmo indica con una freccia il giorno esatto.
Poco più su il Planetario e il sistema solare, il sole al centro e attorno i nove pianeti con un tempo di rivoluzione perfettamente sincronico a quello reale e un’approssimazione fino al centesimo di secondo.
Guardate un po’ più su: noterete un globo per metà dorato e per metà nero. É la luna, che mostra le due facce in perfetto sincrono con le fasi lunari. La luna ruota intorno al proprio asse e compie un giro completo in 29 giorni, 12 ore, 44 minuti e 3 secondi. Infine, nella parte più alta del campanile, i quadranti delle ore, uno per lato. Ciascun lato, una prospettiva diversa su Messina. Dopo aver risalito l’intero campanile curiosando tra gli automi e i meccanismi dell’orologio, aprite la piccola porta in legno che immette sul belvedere e stupitevi!

Insieme a quello per il campanile acquistate anche il biglietto per visitare il Tesoro del Duomo. Sarà un’ulteriore occasione per scoprire la Cattedrale e i tesori che custodisce.
Uno in particolare non è, ahimè, visitabile. La Cripta del Duomo, nascosta nelle viscere della Cattedrale, è pura meraviglia, una chiesa sotterranea che ha sfidato i secoli ed è sopravvissuta a terremoti e guerre. Oggi in lizza per diventare <luogo del cuore FAI> in attesa che, grazie all’appoggio di tutti, possa trasformarsi in luogo del cuore di tutti i messinesi.
Guarda che bello il campanile. Non ne conoscevo l’esistenza. Stregata dall’orologio di Praga, ignoravo del tutto questo gioiello di arte meccanica e la sua storia. Vedi che la Sicilia continua a chiamarmi? Vaccino arriva presto!
"Mi piace"Piace a 1 persona
La Sicilia ti aspetta. E anch’io Simona. Sarà bellissimo abbracciarci.
"Mi piace"Piace a 1 persona
Mamma mia quante cose. Non me le aspettavo tutte in una sola struttura. Vista davvero stupenda sul mare, coronata da Schubert. Deve essere qualcosa di davvero unicamente bello la visita al Campanile.
"Mi piace"Piace a 1 persona
Ti piacerebbe Luca. E piacerebbe ai tuoi figli!
"Mi piace""Mi piace"
Mi fa pensare a quello di piazza Loggia a Brescia – ma questo ha, ed è, molto di più.
Molto bello.
Non esprimo nessuna volontà di venire in Sicilia perché, anche se la amerei, sono una pigrona e ora come ora viaggiare è l’ultimo dei pensieri… a maggior ragione vorrà dire che approfitterò del tuo blog 😉
"Mi piace""Mi piace"
Grazie Celia. Ti porto volentieri in giro per il mondo (anche il mio oggi è assai ridotto).
"Mi piace"Piace a 1 persona