
Il panorama dalla terrazza della Casa dei Cervi di Ercolano, una delle domus più belle dell’antica città vesuviana sepolta dall’eruzione del 79 d. C., doveva essere uno di quelli che non si dimenticano più.
Il mare campano e il Golfo di Napoli a riempire l’orizzonte, l’andirivieni di imbarcazioni cariche d’olio della Tripolitania e frutta secca della Palestina, pronte a ripartire con i tesori locali: il garum, la tipica salsa di pesce e i pregiati vini che ancora oggi, continuano ad essere vanto della regione.
Alle spalle, oltre la domus, il centro urbano dell’antica Herculaneum, con i suoi circa 4.000 abitanti. Una città ricca ed elegante, con le sue botteghe e rinomati artigiani.
Tanto da scoprire ancora, tanto da raccontare.
Paradiso-Inferno, sola andata

La Casa dei Cervi è stata da poco restaurata e restituita al viaggiatore, svetta in cima a ciò che rimane del prezioso sito, oggi stretto dalle case dell’odierna città.

Se ne nota l’architettura non appena arrivati.
Poi lo sguardo scende giù, verso l’area sacra, e, ancor più giù, lì dove un tempo c’erano i magazzini usati dai pescatori.
In quegli ambienti, i fornici, dodici per l’esattezza, hanno trovato riparo più di trecento fuggiaschi. Cercavano una via di fuga alla tremenda eruzione del Vesuvio, probabilmente erano certi di averla trovata nel mare, pronti ad imbarcarsi sulla prima barca disponibile, magari una della flotta di Plinio il Vecchio.
Non ce l’hanno fatta. Sono stati travolti, nottetempo, dal primo flusso piroclastico, ad una temperatura tra i 300 e i 400 gradi, forse più. Una nube bollente ad una velocità di 100 chilometri orari che non ha dato scampo.
Gli scavi effettuati negli anni ottanta e novanta del secolo scorso ne hanno riportato alla luce i resti, una vera e propria istantanea di quel momento, un attimo fermo nel tempo per sempre.

È così tornata a noi, per raccontare la sua storia, la donna gravida e il suo bimbo di otto mesi, pronto a nascere; la “signora dei gioielli”, così soprannominata per la quantità e la bellezza dei gioielli indossati; un soldato alto quasi un metro e ottanta con indosso un cinturone da cui pendeva un fodero con la spada, sulla spalla una borsa con scalpelli e un martello e un’altra con i suoi risparmi: dodici denari d’argento e due monete d’oro.
Ultimo fantasma giunto dal passato appena pochi mesi fa, un uomo, anche lui sulla spiaggia, anche lui sorpreso dalla morte. Forse un militare, forse uno dei fuggiaschi.

I reperti più significativi rinvenuti tra i resti sono in mostra in un padiglione del parco archeologico. Nelle teche che ripercorrono usi e costumi di Ercolano appaiono suppellettili in oro, argento, bronzo, minuti attrezzi da artigiano, oggetti finemente cesellati, ambra, osso, gemme incise, ampolle e bocce di pasta vitrea per unguenti, creme e trucchi.
Nel vicino “Padiglione della Barca”, infine, una delle scoperte più importanti, lo scafo di un gozzo lungo oltre nove metri, sigillato da fango e detriti e arrivato sino a noi.
“…Una nube nera e terribile, squarciata da guizzi serpeggianti di fuoco…Dopo non molto quella nube si abbassò verso terra e coprì il mare”. – Plinio Il Giovane, Seconda lettera a Tacito.
Nuovi progetti per il futuro
Le statue che hanno dato il nome alla Casa dei Cervi e le preziose nature morte, i paesaggi e gli amorini rimasti ci riportano ad oggi. Raccontano, ricchezza e bellezza. Invitano ad esplorare gli ambienti rimasti di case e negozi. La sede degli Augustali, l’ordine cittadino deputato al culto dell’imperatore, la Casa Sannitica, la Casa del Rilievo di Telefo…
Tutto è pace, equilibrio, grazia.

Lo sguardo torna a quel mare che non ha salvato con un nuovo progetto. All’orizzonte, potrebbero esserci i lavori per un nuovo percorso. Un cammino che colleghi il Parco Archeologico all’antica spiaggia, fronte a mare conservato di una città romana, tappa finale per gli sfortunati abitanti di Ercolano, nuovo inizio per scoprire aspetti inediti della nostra Storia.

Post davvero meraviglioso, rende molto bene tutta la sua bellezza, brava 👏😉
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Grazie mille. 🙏
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Ci siamo visti e rivisti le tue foto prima di leggere il tuo articolo! Questa volta hai scelto delle immagini che parlano da sole… L’incipit che hai scelto, poi, rende davvero tutto il racconto più poetico!
Ci siamo proprio immaginati la scena che descrivi meravigliosamente! Grazie per questo viaggio!
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Bisognerebbe avervi accanto ogni giorno ragazzi! Grazie per la vostra gentilezza e soprattutto per la vostra generosità. È cosa rara.
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