Immaginate di osservare l’antica città di Marrakech dall’alto. Osservate le mura della città vecchia, la Medina: alte, possenti, rosa al mattino, rosse al tramonto. Spostate lo sguardo verso la Kasbah. Si, proprio lì, dove c’è la moschea e le tombe dei Saaditi in marmo di Carrara e oro zecchino e i nidi delle cicogne che vi guardano dritto negli occhi coi loro lunghi becchi.

Osservate la strada che dalla moschea porta a Bab Agnaou, una delle venti porte di Marrakech, scavata nelle mura, ricoperta da pietre blu e verdi. La vedete? Alla vostra sinistra, poco prima di Bab Agnaou, c’è un portone in legno con intagli e pomelli dorati. Sbirciate dentro. Vedrete fini maioliche, candele profumate dentro lampade bronzate, eleganti rampicanti…siete ai Bains de Marrakech, un luogo del corpo e dell’anima dove ho riscoperto l’antico rito dell’hammam.

All’interno mi hanno fornito un morbido accappatoio e ciabattine. Ho aspettato in un ampio patio su sdraio in tek e soffici cuscini rossi, con un bicchiere di tè bollente e zuccherato tra le mani, cullata dal rumore dell’acqua che scorre in un’ampia vasca e dal richiamo del muezzin, l’invito alla preghiera dall’alto dei minareti.
I suoni esterni sono svaniti all’interno dove il tempo si è fermato in piccole sale calde e dense di vapore. Mi sono affidata alle mani esperte di donne dalle braccia forti che hanno eliminato ogni tossina e impurità dalla pelle con sapone nero, il sapone d’olio d’oliva, guanto di Kassa e ghassoul, l’argilla marocchina. Olio d’argan e profumo di rosa hanno sciolto ogni tensione residua con un lungo massaggio.
Quando, dopo un tempo infinito, con la pelle calda e pulita, mi sono nuovamente immersa in strada, nel caos della medina, era l’ora del tramonto e botteghe sonnacchiose prima, erano ora gremite di donne con tuniche lunghe e colorate. Compravano corna di gazzella con le mandorle e chebakia, dolci marocchini ricchi di miele e sesamo. Ne riempivano intere buste trasparenti vicino a pagnotte calde cotte nei forni comuni.
