Stravento a Trapani. Dove il vento profuma di Sicilia

Perché Stravento?“. Inizia così la mia chiacchierata con Rocco Di Marzo, lo chef siciliano che ha, da qualche giorno, dato vita al ristorante di via delle Sirene a Trapani.Qui il vento è l’elemento dominante. Governa le nostre giornate e anche quello che cuciniamo”. Il nuovo ristorante dello chef, cresciuto alla Boscolo Etoile Academy e “Disciple d’Auguste Escoffier”, il mare lo abbraccia e il vento lo accoglie. Nella parte antica della città, quella che si stringe e diventa striscia di terra sino alla Torre di Ligny, nel punto esatto dove Tirreno e Canale di Sicilia si incontrano. Lì dove, nei vicoli, il rumore del mare ti arriva da destra e da sinistra e l’odore di sale e di sole ce l’hai nel naso.

La cena di stasera allo Stravento è un tripudio a quel mare, dai quadrotti di panelle al nero di seppia alla frittura di pesce che sbocconcello in attesa di un cous cous eccezionale: profumo di mare che incontra la cannella, un connubio inatteso e sorprendente.

L’ambiente allo Stravento è intimo e Rocco Di Marzo un padrone di casa formidabile. È un piacere ascoltarlo quando parla di vecchie ricette in fase di recupero e rielaborazione. Ascoltiamo la storia di una zuppa speciale rubata al mare quando il mare di pesce non ne dà. Una zuppa ricavata dalla posidonia che ancora abita quel mare.

Ci beviamo su un Fina, un traminer siciliano prodotto nell’area di Marsala, profumato e aromatico. E sostiamo a lungo allo Stravento. Fuori, a pochi metri, lo struscio di Corso Vittorio Emanuele, la Porta Oscura e la Torre dell’Orologio di via Torre Arsa, i Misteri custoditi nella Chiesa Anime Sante del Purgatorio.

Non c’è fretta, c’è tempo. Adesso è il momento di un dolce alla ricotta e gelatina di arancia, di un pezzetto di croccante alle mandorle che sa di casa e di infanzia,  di un biscotto alla nocciola.

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