Sta lì, precaria, ma solida sull’acqua, coperta dalla patina del tempo e dall’umidità del canale.
Ogni angolo ha una storia lontana. Leggende che si perdono nei campi e nei sottoporteghi. Piccoli tesori che a volte solo il caso regala.
Perdetevi a Venezia, è questo il consiglio che i veneti danno a chi vuole sentire l’anima di Venezia. Ascoltate in silenzio, odorate i vicoli, gustate nei bacari i sapori antichi ed ancora originali della cultura veneziana.
Scendete a Salute Dorsoduro e affacciatevi su Punta della Dogana. A sinistra c’è San Marco, dietro Santa Maria della Salute, e a destra la Giudecca e San Giorgio.
Risalite poi il sestiere lasciandovi spruzzare d’acqua dal mare che si infila nei canali, su, fino alle Gallerie dell’Accademia, scrigno di sensuali Tiziano, drammatici Tintoretto, sagaci Veronese ed armonici Bellini.
Tra botteghe d’artigianato e gallerie d’arte arriverete a San Barnaba. Avete fame? Fermatevi al Vecio Marangon, piccola cichetteria con pochi e piccoli tavoli in legno scuro, cucina a vista. Servizio impeccabile ma caloroso, vini eccellenti e fiori freschi negli angoli. Da provare il baccalà mantecato o in bianco con olio e limone.
Fatevi un regalo. Scegliete una sciarpa da Anatema, vicino i Frari. Dalla lana e dalla seta nascono stole ed accessori in ogni sfumatura di colore. Quando la indosserete, vi ricorderete di Venezia, la funambola sull’acqua.
Venezia. Ancora un poco…
Venezia è proprio la città in cui ci si deve perdere, lasciando la strada maestra per i vicoli nascosti.
Mi manca e spero di riuscire a farci un salto questa primavera.
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È che non ti basta mai. Ogni volta scorci ed emozioni nuovi. Peccato sia così cara per gli alloggi
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