Per le stradine di Montalbano Elicona risuonano i passi sul selciato. Oggi il paese Borgo più bello d’Italia è stranamente silenzioso. Noto che alle porte di tante case ci sono le chiavi appese e posso sentire distintamente una conversazione al telefono con un amico di chissà dove, uno scambio di battute tra quelle che immagino essere madre e figlia, un bambino che gioca con una macchinina. Il profumo nell’aria è di cose buone, di ragù lenti che cuociono per ore. Di aromi che sanno d’inverno, di ghiande e castagne.
Sui balconi e negli angoli delle case ci sono macchie di verde: sono le piantine che trovi sempre in paese. Sono le piantine povere che fanno allegria e fioriscono per prime in primavera: grasse o aromatiche, la vinca, la nastrina, la borracina e la bella di notte, gerani e rosmarino, lavanda e rosa selvatica.

Montalbano Elicona è un paesino in provincia di Messina nel verde dei Nebrodi e ci si arriva in poco tempo uscendo dall’A20 a Falcone. Ci sono simpatici negozi di souvenir e botteghe dove potete comprare il caciocavallo, presidio slow food, con la tipica forma ovoidale con la testina piccola per poterla appendere, a media o lunga maturazione. Nel tempo la provola, lavorata a lungo, diventa da dolce a piccantina ed è deliziosa col pane che fanno qui.
Il calendario del paese è fitto d’eventi tutto l’anno: le rievocazioni storiche sono famose per i cortei eleganti di dame e cavalieri di altri tempi che sfilano per il paese. A Montalbano c’è anche il Medio Expo, per rivivere i fasti medievali del paese con un’esposizione permanente di abiti e accessori medievali, laboratori e workshop.

Ma stamattina sono spariti tutti e nell’aria c’è una nebbiolina leggera mentre supero Museo Belfiore e la basilica di San Niccolò. Chiese trecentesche, case aggrappate alla roccia, vicoli e stradine che si arrampicano su, fino al castello.

Ci torno ancora una volta, nella cappella palatina dove forse riposa Arnaldo da Villanova. C’è come un’aura di magia e incanto che si respira attorno. Arnaldo da Villanova, medico del grande Federico, alchimista, teologo e filosofo, si rifugiò qui, in quest’angolo di Sicilia, terra mitica e ricca, per coltivare arte e sapere. Dove esattamente? A pochi chilometri da Montalbano, a due passi dal bellissimo bosco di Malabotta, tra i megaliti dell’Argimusco.
Ve lo ricordate il post sull’Argimusco pubblicato quest’estate? Un percorso tra l’Orante e il Guerriero fatto con una guida speciale, Giovanna del centro studi discipline olistiche Mater Vitae, luogo del cuore…
Esistono luoghi dove senti un’energia unica, un’atmosfera indefinibile. Tra le felci dell’Argimusco è l’energia della natura che senti, è un equilibrio perfetto che solo madre natura, che regola il passare del tempo e l’agire degli elementi, riesce a creare.
Immagino Arnaldo da Villanova raccogliere erbe medicinali nella piana dell’Argimusco, scrivere i suoi manoscritti nelle stanze del castello oggi scenario di mostre e eventi e aggirarsi per le strade del borgo e mi dico che il borgo di Montalbano è bello anche così, silenzioso e misterioso.

3 commenti Aggiungi il tuo