Stromboli. Sporchi e felici. Musica sotto al vulcano

Sporchi e felici. Abbiamo la terra sottile del vulcano ovunque, siamo stanchi e sudati ma soddisfatti al ritrovo Ingrid, in piazza, a Stromboli.

Il ritrovo Ingrid a Stromboli è un posto speciale perché la terrazza è affacciata sul mare. Di fronte c’è Strombolicchio, il papà del vulcano, chiamato così perché gli studi fatti sulle sue rocce hanno stabilito che si sono formate prima rispetto a quelle che, strato dopo strato, hanno dato vita all’isola. A me piace credere alla leggenda che Strombolicchio sia invece il “tappo” del vulcano scagliato a largo dell‘isola durante una violentissima eruzione. Su Strombolicchio c’è un faro, ormai automatizzato, che visto dall’acqua è stupendo. In questo scoglio in mezzo al mare vive una lucertola rarissima. Mi hanno spiegato che la trovi solo qui e sulla Canna, un enorme faraglione a Filicudi, poco distante.

Da Ingrid ci fai la colazione con i cornetti caldi e la granita, ci puoi pranzare, prendere un aperitivo o mangiare una pizza come stiamo facendo noi, ora, a mezzanotte passata, con gli scarponi ai piedi, insieme a tanti altri escursionisti che sono appena scesi dalla cima del vulcano come noi. Al tavolo accanto ci sono le guide al vulcano che si ritrovano qui a lavoro finito e poco più in là gli artisti che da qualche anno animano l’isola con la Festa di Teatro Eco Logico, un festival fatto di teatro, musica, danza alla sola luce del sole e l’altre stelle, senza l’ausilio di alcuna illuminazione artificiale. Una scelta in linea con l’isola che ha l’energia elettrica ma ha scelto di non illuminare le strade, rischiarate solo dalle stelle e dalla luna.

Gli eventi si svolgono in ogni angolo dell’isola e capita spesso che siano le stesse case degli isolani ad ospitarli. Ho assistito ad un incontro durante il quale Gianfilippo De Astis, vulcanologo dell’INGV e Guido Giordano, presidente dell’Associazione Italiana di Vulcanologia hanno presentato la nuova carta geologica di Stromboli e sono rimasta incantata ad ascoltarli, io che di scienza e geologia non capisco proprio nulla.

Un’altra artista, Ambra Mirabito, ha creato bellissimi origami dalla forma sinuosa di fenicottero affidandoli poi a chi ne aveva voglia con la promessa di una foto nella casa in cui sarebbero stati accolti e la creazione successiva, con ciascuna di quelle foto, di una mappa che ne disegni la migrazione e ricordi il valore dell’accoglienza.

Al tavolo degli artisti c’è chi canta una canzone, chi gli va dietro prendendo e suonando la chitarra. All’inizio gli altri ascoltano, poi si inizia a cantare tutti insieme. Si fa musica stanotte da Ingrid, chitarra e viva voce e si tira fino a tarda notte, sporchi e felici.

 

 

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