Storia di un viaggio all’insegna del relax, della tradizione e dell’accoglienza.
Storia di tre sorelle, di un gatto caparbio e di una bambina speciale.
Storia di un luogo da cui partire alla scoperta del Salento. Per poi tornare. A Casina Bardoscia
Come una volta. Tra profumi e sapori
Casina Bardoscia la trovate nella campagna tra Cutrofiano, Aradeo e Galatina, cullata da grandi pini che sembrano abbracciarla e quasi proteggerla. Nel viale che porta alla villa padronale del 1800, i profumi del sud; tutt’attorno agrumi, ulivi secolari, alberi di noce.
Qui un tempo la famiglia galatinese che ha dato il nome alla struttura ci passava le lunghe estati salentine. Estati infinite, fatte di sole, di giochi e di cicale, del profumo di dolci fatti in casa.
Oggi, grazie all’accurato restauro operato da Teresa, Rita e Chiara, le tre pronipoti del capostipite, Casina Bardoscia continua a mantenere intatto il suo fascino incantando i suoi ospiti con un’atmosfera raffinata, mai formale, la sua accoglienza autentica, solare.
Pietra leccese, calda, luminosa; colori chiari, eleganti. Un pumo della tradizione dalle sfumature crema, ricami leggeri sulla biancheria, un armoire come quello delle case di campagna dei nostri nonni.
Tre donne, tre sorelle la cui presenza costante e discreta ti fa sentire come una di casa, qualcuno con cui chiacchierare quando, a tarda sera, ci si trattiene ancora un po’ guardando la luna, con un bicchiere di amaro al pompelmo o di nocino preparati da Rita che nella vita ha studiato farmacia e che si diverte di tanto in tanto a creare nuove “alchimie” in cucina.
Di vere e proprie magie in cucina si occupano invece Tiziana e Cinzia: mani sapienti, saperi della tradizione pugliese a tavola, trasformano le materie prime dell’orto di Casina Bardoscia in banchetti sopraffini. Ci si può fermare a cena qui: ogni mattina, accanto la cucina, viene esposta una lavagnetta col menù del giorno a cui la mente andrà spesso nel corso della giornata pregustando sapori e abbinamenti. Magari dopo un aperitivo al tramonto in piscina, immersa in un giardino di agrumi.
Al mattino la colazione è un tripudio: crostate, torte, pasticcini, tutto rigorosamente fatto in casa. Al posto d’onore, un vassoio di pasticciotti tiepidi, il re della pasticceria salentina. <Ma è più buono il pasticciotto leccese o quello di Galatina? >, chiedo ridendo a Marzia, mentre Vittoria mi saluta e mi dà il buongiorno. La piccola Vittoria, la figlia di Teresa che coi suoi fiori e le sue farfalle disegnate per me ha reso indimenticabile le mie giornate a Casina Bardoscia. Mi concede un timido bacio pronta a scappar via dietro Sky, il micio furbo di casa, magro e scaltro, tutto bianco, inseguendo chissà quali fantasie di un’estate perfetta da bimba.
Partire per poi tornare. Casina Bardoscia al cuore del Salento
Le possibilità sono infinite. A nord c’è Lecce, a sud Santa Maria di Leuca, a est Otranto, a ovest Gallipoli; tutt’attorno la grecia salentina, piccoli borghi ricchi di storia e arte e un dialetto antico, il griko.
Da Casina Bardoscia il Salento è a portata di mano. Se amate il mare, tutta la costa, un lungo nastro di infinita bellezza, sarà a vostra disposizione. Da Torre dell’Orso, San Foca, Tricase e Porto Badisco a est a Pescoluse, Torre Mozza, Porto Cesareo, Torre Lapillo, Punta Prosciutto a ovest. Ogni spiaggia una scoperta, ogni caletta un paradiso.
Vicino vicino. I miei posticini
Galatina
La patria del tarantismo, rito sospeso tra sacro e profano, oggi fenomeno e moda che impazza in tutta la Puglia e non solo. Bellissima la basilica di Santa Caterina d’Alessandria, gioiello romanico gotico e la chiesa matrice dedicata ai santi Pietro e Paolo. Sono celebrati qui i riti che il 29 giugno accompagnano la processione dei tarantati al suono dei tamburelli.
A Galatina trovate il famoso pasticciotto di Andrea Ascalone. La pasticceria la trovate in via Vittorio Emanuele. Per un tagliere easy di formaggi e salumi e un bicchiere di vino Salumeria di Turno.
Gallipoli
Città isola che profuma di mare e di storia. Una passeggiata al tramonto superato il Castello angioino, tra palazzi nobiliari e chiese, donne al balcone o sedute davanti casa (come mi ricorda la mia Sicilia) e piccole botteghe artigiane. La mia calamita fatta a mano l’ho comprata da Alberto Gorgoni Arte &…
A cena mi son fermata invece da Dimora Muzio, in via Carlo Muzio 17. Al pian terreno di Palazzo Muzio, un antico edificio del 17° secolo, una carrellata di sapori veraci: indimenticabile il purè di fave con il gambero viola di Gallipoli. A tavola l’olio della Tenuta Bianco, Ogliarola di Lecce e Cellina di Nardò. Simpatiche le confezioni di olio extravergine arricchito di oli essenziali naturali all’arancia, al peperoncino, allo zenzero. Se ci andate chiedete il tavolo in strada. Perché? Perché accanto c’è il fruttivendolo più bello di Gallipoli e mangerete con vicino un cesto di peperoncini freschi, capperi sotto sale, mazzi d’origano e frutta carica del sole di Puglia.

Ugento
Una mattinata a disposizione. Ho scelto l’Ugento e ho seguito i consigli di Rosalia di Città Meridiane. L’ho trascorsa al Lido Pineta, uno stabilimento eco friendly nel Parco Naturale Regionale Litorale di Ugento, in località Fontanelle. Canneti che si alternano a rosmarino e ginestra e lasciano il passo a dune di sabbia. Una pineta a far da cornice.
Di vino e masserie
Masseria L’Astore. Di un antico frantoio ipogeo del 600 e di una splendida bottaia. Di vino, poesia . Di <sule, di mari e di ientu>. Ma questa è un’altra storia.

Cara Benedetta ti ringrazio per aver citato il mio blog e anche me che ormai sono salentina “dentro”!
Riguardo i luoghi li conosco (quasi) tutti e soprattutto li riconosco nel tuo racconto. E attendo quello sulla Masseria L’Astore, il suo vino e il suo magnifico frantoio ipogeo.
Ho svelato troppo? 😉
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Ma no Rosalia! È un luogo dal grande fascino e sono felice che piaccia anche a te! La tua Puglia mi piace sempre di più…
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Conosco bene la meravigliosa Puglia ma questo articolo mi ha fatto viaggiare e rivedere quei luoghi a me molto cari.grazie
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