Quando sono entrata nell’Oratorio di San Lorenzo a Palermo ho subito pensato al custode che nell’ottobre del 1969 ha distrattamente alzato lo sguardo e visto il buco sulla parete. Me lo sono immaginato nell’istante in cui ha realizzato che la Natività di Caravaggio non c’era più.
L’hanno rubata nottetempo tra il 18 e il 19 ottobre. Chi? Non si sa. Avviate indagini, scritti libri, persino Sciascia ci ha scritto su Una Storia Semplice. C’è chi sostiene sia stata la mafia a commissionarne il furto. Che sia finito in pasto a topi e maiali in una stalla. Altri nella galleria privata di un collezionista fantasma.
Puff, sparito, cancellato, perso per sempre. Su quella parete non c’era più, un buco grigio, nient’altro.
Da qualche tempo c’è però una novità: SkyArte ha patrocinato una splendida copia realizzata grazie a sofisticati scanner. Insomma un falso, un Caravaggio farlocco, ma un farlocco bellissimo che tutti, con un biglietto di pochi euro, possono ammirare e conoscere tra gli angioletti del Serpotta, bianchi, perfetti, uno diverso dall’altro. Perché l’immaginazione a volte non basta. Provate a leggere i messaggi di stupore e di ringraziamento per l’iniziativa lasciati dai visitatori nel registro all’ingresso. Una cornice unica in una location speciale già davanti il portone all’entrata che immagini violato nella notte di tanti anni fa. Un luogo piccolo che immaginavo grande, raccolto, da assaporare nei dettagli, quasi nascosto dal caos delle strade di Palermo.
E proprio in quel caos, a due passi dall’Oratorio, troverete l’Antica Focacceria San Francesco – Cucina popolare siciliana che nel 1834 servì per prima la pasta chi sardi, la pasta con le sarde, fino ad allora riservata alle mense reali, indispettendo la nobiltà palermitana.
Dall’Antica Focacceria passò persino Garibaldi e nel corso degli anni la scelsero Pirandello, Guttuso, Sciascia. L’architetto Ernesto Basile, al tavolo con Vincenzo Florio, ne disegnò nel 1901 l’attuale logo, il prospetto, i tavoli in ghisa e le sedie in ferro battuto su una tovaglia. Nuvolari ci festeggiava la targa Florio. Insomma un pezzo di Sicilia, un pezzo della sua storia. Oggi l’Antica Focacceria ha fondato l’associazione antiracket Libero Futuro ed aderito alla campagna “Pago chi non Paga”, la campagna di consumo critico di AddioPizzo.
Passateci per uno “schiticchio” tutto siciliano: ci trovate anelletti al forno, timballi e poi panelle, cazilli di patate, arancinette, crocchè e sfinciuni, focaccine schette e maritate, moffolette. Infine lui, il re dello street food palermitano, il pani ca meusa, una pagnotta al sesamo, farcita con pezzetti di milza di vitello soffritti. Caciocavallo grattugiato o ricotta a piacere.
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