Monastero di S.Placido Calonerò. Di Faro Doc e di fantasmi tra i banchi di scuola

Accanto ai due chiostri del Monastero di San Placido Calonerò ci sono aule e cattedre. Se ti guardi in giro noti il programma del campionato di calcetto e la campanella accanto l’orologio della scuola. La biblioteca a disposizione degli studenti era un tempo il refettorio dei monaci.

Siamo in Sicilia, provincia di Messina, nell’antica struttura del 500 un tempo castello, poi monastero benedettino con ospiti illustri come Carlo V, oggi bene culturale, istituto scolastico ed enoteca provinciale con la sua cantina di trasformazione negli antichi magazzini. Proprio così: i ragazzi dell’Istituto Agrario Cuppari imparano anche l’arte del vino e danno una mano nella produzione di uno dei Faro Doc migliori della provincia, il San Placido.

 

Nerello Mascalese, Nerello Cappuccio e Nocera, una minima percentuale di Nero d’Avola, Gaglioppo e Sangiovese, danno vita ad un vino color rubino tendente al mattone con l’invecchiamento, in bella vista all’interno dell’enoteca provinciale, insieme alle altre eccellenze vinicole dell’area,  Mamertino e Malvasia delle Lipari, e ai prodotti di altre aziende vinicole. C’è anche una piccola selezione di olio, prodotti gastronomici, marmellate e sottolio.

L’enoteca diventa location di eventi e tour organizzati nell’intero complesso affacciato sul mare di Sicilia, nell’esatto punto in cui lo Ionio entra nello Stretto di Messina, supera la Calabria e va ad abbracciare il Tirreno. I vigneti che danno vita al Faro Doc sono sulle colline circostanti e il paesaggio è emozionante con i filari sotto pini profumati. C’è anche ciò che resta del vecchio aerofano, la struttura utilizzata durante la Seconda Guerra Mondiale per anticipare l’arrivo degli aerei nemici.

 

E nei giorni di pioggia, se siete fortunati, avrete il piacere di conoscere il fante personale di Carlo V, o meglio il suo fantasma, che ancora oggi si aggira nella cappella ai piedi della torre saracena  e nei pressi del prezioso tempietto a pianta ottagonale, all’interno del quale i monaci si calavano per scappare ai saraceni e raggiungere gallerie sotterranee segrete. Fatevelo presentare dai ragazzi dell’Istituto Agrario, eredi della Regia Scuola di Agricoltura nata qui nel 1900. E ditemi se non è una scuola speciale questa…

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