Riccia, frolla o Santarosa?

Una suora in un convento del 600 sulla costiera amalfitana, un avanzo di semola cotta nel latte, poche gocce di liquore al limone e frutta dell’orto. Come si fa a resistere ad un dolce nato per caso con una storia così?

Ricce o frolle, le sfogliatelle valgono da sole un viaggio a Napoli. Quelle fedeli alla ricetta più antica sono da Pintauro, in via Toledo dal 1785, ma vale la pena assaggiarle un po’ ovunque e decidere qual è quella che vi piace di più. Potreste trovarla a Spaccanapoli tra antichi palazzi e vecchi portoni, passeggiando per le strette viuzze e la via dei presepi. O tradirla per un babà e una fetta di pastiera da Scaturchio, in piazza San Domenico. Provate il ministeriale, il cioccolatino fondente dalla ricetta segreta. Arrivi sotto le finestre del conservatorio di musica San Pietro a Majella e mentre il cioccolato si scioglie e senti il ripieno cremoso al liquore, ti godi un concerto dal vivo.

Perché Napoli? Perché è di una bellezza commovente e ti ritrovi nella Cappella di San Severo dove il Cristo Velato del Sanmartino ti lascia senza parole e resti incantato, tu che in fondo di arte ne capisci davvero poco, a studiare i dettagli della rete del Disinganno del Queirolo o della Pudicizia del Corradini .

Perché nel caos delle strade e dei mercati dove ti diverti a tradurre le urla tra una bancarella e l’altra, scopri luoghi dove il silenzio è sacro, come il monastero di Santa Chiara e ti perdi nel chiostro, col suo giardino e le maioliche verdi, gialle e blu.

Perché Napoli è fantasia, arte e colore e a Chiaia, oltre ai brand noti ovunque, esistono ancora atelier e botteghe deliziosi. Scarpe, maglie e borse artigianali. E perché proprio all’inizio di via Chiaia c’è il Gambrinus, uno dei caffè storici di Napoli, il mio preferito. Caffè profumato, bollente. Puoi fare un giro in piazza Plebiscito e scendere fino al mare per goderti il golfo e il Vesuvio. O raggiungere Castel dell’Ovo con il vento a mille tra i capelli. Oppure prendere la funicolare e salire al Vomero passeggiando con un “cuoppo” di fritti appena fatti.

Perché Napoli? Perché è uno spettacolo a cielo aperto e io ho già in mente di riandarci.

Forse per una visita nelle catacombe o tour dedicato alla street art. O magari per seguire le tracce della sfogliatella originaria, la Santarosa, con la crema pasticcera e le amarene sciroppate, da Napoli sino a Conca dei Marini in costiera…

 

 

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