Blu, viola, indaco, cobalto, pervinca, lillà. Sfumature di colore che prendono vita quando il vento sfiora i campi di lavanda a Sault, in Provenza. I ciuffi sembrano quasi crescere, alzarsi per poi ritornare giù lentamente. Come un’onda.
Il profumo ti investe pungente, forte. Sa di buono. Di antiche colonie, di biancheria pulita negli armadi, di estati fresche cadenzate dal suono delle cicale.
Le passeggiate tra i campi di lavanda a Sault non hanno tempo, solo spazio. Infinito. Poi raggiungi il paesino coi balconi pieni di fiori e un gatto che si ferma a prendere qualche coccola. Me ne concedo anch’io qualcuna e compro del sapone e del miele.
Le candele le prendo invece nel negozietto che i monaci cistercensi hanno ricreato all’interno dell’abbazia di Sénanque, nel Vaucluse, poco distante. Anche qui lavanda che si perde all’orizzonte e che lascia spazio solo ai campi di grano dorato. Viene raccolta e poi selezionata a Grasse dove i “nasi”, gli esperti di fragranze delle profumerie Galimard e Fragonard, la trasformano in essenze preziose.