Si trova lungo la via Franciszkanska, al n.3 a Cracovia. E’ la finestra da cui si affacciava Giovanni Paolo II quando parlava ai fedeli nella sua terra d’origine, la Polonia. La riconoscerete perché c’è una grande immagine del papa e nell’anniversario della nascita e nel giorno della sua morte ci sono ovunque candele accese. Accanto passa il Planty, l’anello verde che abbraccia la città vecchia, un lungo corridoio di alberi e pace dove ogni giorno passa la gente del posto, gli studenti della vicina università, una delle più antiche, turisti e tanti, tantissimi fedeli.


Karol Wojtyla è moto amato qui in Polonia. La sua figura è ovunque: nella chiesa di San Francesco d‘Assisi, sulla stessa via, dove pregava, sulla collina di Wawel, nella cattedrale reale di San Venceslao, dove celebrava messa come arcivescovo, presso l’Università Jagellonica, dove studiò, in via Kanonicza, dove visse per 20 anni, nell’immaginetta che mi ha regalato il proprietario di un negozio di souvenir lungo i portici del Fondaco dei Tessuti nella grande piazza centrale cittadina.
La conservo con cura quell’immaginetta. Giovanni Paolo II è il papa con cui sono cresciuta, quello per cui ho pianto quando è morto. Una figura cruciale nella storia a me più vicina. Il 16 ottobre di 38 anni fa diventava papa. “Se sbaglio, mi corrigerete”. Ogni volta che vedo o sento il suo nome è a quella frase che penso.
molto bello, mi sono commossa
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