Prigioniero dei tedeschi nel Secondo Conflitto Mondiale e parte attiva nella Resistenza, fondatore della Magnum, l’agenzia di fotografia che ha raccontato coi suoi scatti il XX secolo, viaggiatore instancabile da un capo all’altro del globo. Questo è Henri Cartier Bresson. Eppure la sua arte e le sue foto si riassumono in una frase: “un momento irripetibile in cui mente, cuore e occhio sono sulla stessa linea”.
La mostra alla GAM di Palermo, visitabile sino al 25 febbraio, è un susseguirsi di questi “momenti irripetibili”. Dalla foto più celebre “Derrière la Gare Saint Lazare”, scelta per promuovere la mostra, a quelle con le quali ha ritratto scienziati e letterati del XX secolo carpendone l’anima: Jean Paul Sartre a Parigi, Henri Matisse tra le colombe, i Curie, Alberto Giacometti e le sue opere con la sigaretta in bocca o sotto la pioggia con l’impermeabile tirato su, sul capo. E ancora Colette, Truman Capote, Saul Steinberg, William Faulkner, il Cardinale Pacelli, futuro Papa Pio XII.
“Non sono ossessionato dalle foto. Sono ossessionato da ciò che vedo, dalla vita, dalla realtà. La fotografia è per me la gioia di osservare attraverso uno strumento che registra instantaneamente. Ma è solo uno strumento”.
Foto dal vivo, “flagranti delitti”. Henri Cartier Bresson riesce, con un solo scatto, a catturare non solo un momento storico ma anche i cambiamenti ad esso legati. Penso all’immagine dell’eunuco della corte imperiale cinese dell’ultima dinastia prima dell’avvento di Mao Tse Tung. Oppure allo scatto dell’albero piegato per il peso delle persone arrampicate sopra, con attorno l’incredibile folla intervenuta alla cremazione del corpo di Gandhi.
E ancora, al momento preciso ripreso dalla sua Leica in cui una donna della Gestapo viene riconosciuta dalla sua vittima a fine guerra. L’incoronazione di Giorgio VI a Londra, la costruzione del muro di Berlino.
La mostra di 140 scatti a Palermo è un viaggio, un viaggio imperfetto perché del tutto soggettivo e personale eppure universale. Dallo Sri Lanka al Giappone, passando per Messico, Canada e Stati Uniti. E poi Ex Unione Sovietica, Turchia, Europa sino ad alcuni scatti meravigliosi del Sud Italia.
D’altronde Cartier Bresson a Ferdinando Scianna che lo intervistava ha raccontato di essere stato concepito all’hotel Villa Igea di Palermo dopo una tempestosa traversata dei genitori sul postale di Napoli e di sentirsi quindi italiano, “siciliano”.
Gli scatti nel post sono tratti dal testo Hachette dedicato ai fotografi della Magnum. Non è consentito infatti scattare foto alla mostra dedicata a Cartier Bresson alla Gam.