Un enorme monolite che si alza sulla giungla attorno. 180 metri di altezza da cui il re Kasyapa governava lo Sri Lanka nel suo leggendario palazzo in cima alla rocca.
Sigiriya la guardi dal basso, dai giardini e dai fossati che la circondano e pensi che sia impossibile arrivare fin su, lungo le scale a chiocciola sospese sul nulla, gli stretti camminamenti scavati nella roccia segnata da antichi graffiti ancora visibili.
Mentre sali, scalino dopo scalino, i colori attorno si accendono. I verdi della giungla assumono sfumature sempre più forti, le venature della roccia passano dall’ocra al viola, dal marrone al rosso argilla. La pietra che sfiori, a cui ti appoggi quando non ce la fai più, che guardi salendo quasi intimorito, è calda, forte. Ne senti l’energia, l’abbraccio.
Rimani senza parole quando, più o meno a metà del percorso, ti ritrovi al cospetto delle Fanciulle delle Nuvole, splendide donne procaci dipinte lungo tutta la parete di una grotta scavata nella roccia. E’ meraviglia grande quando ne scopri i contorni, le morbide curve, i lineamenti. Ognuna ti guarda e ti ammalia in modo diverso.
Poi arrivi all’ingresso del palazzo reale. L’ultima rampa, l’ultima salita. Kasyapa fece costruire Sigiriya come la magnifica residenza di un re divino e la scalinata finale, l’ingresso ultimo alla città, era scavato nelle fauci di un enorme leone, di cui oggi ci sono solo le zampe.
Alla fine, quando arrivi in cima, hai attorno le rovine del palazzo, puoi immaginarlo. Dall’alto il verde non ha fine. Ci sono piccoli specchi d’acqua, alcuni letteralmente ricoperti da ninfee bianche e fucsia. Pescatori qui e lì, una statua bianca del Buddha all’orizzonte.
Mi siedo a riposarmi e a godermi il momento. Ci sono scimmiette impertinenti che ti passano accanto. Sono come quelle del Golden Temple di Dambulla. Anche lì, per arrivare alla meta, c’è una lunga salita da fare. In Sri Lanka la bellezza, quella più segreta e nascosta, te la devi guadagnare.
Al Golden Temple raggiungi il tempio bianco scavato nella roccia rincorrendo le simpatiche scimmiette. All’interno, una lunga fila ordinata di sale, più o meno grandi, dove centinaia di Buddha aspettano silenziosi. Ce ne sono di enormi, altri più piccoli. Anche il soffitto, roccia viva, è ricoperto interamente da immagini sacre. Quasi all’uscita, ormai al tramonto, noto che un anziano guardiano del Golden Temple raccoglie i fiori che i fedeli lasciano per i Buddha. Bisogna toglierli. Marcirebbero comunque col caldo che c’è. Così decido di prenderne uno, un fiore di loto. Sembra quello che tiene in mano una delle Fanciulle delle Nuvole, a Sigiriya.
Il guardiano anziano che toglie i fiori a fine giornata conosce l’inglese. Mi racconta di un’antica leggenda secondo la quale il primo uomo scelse lo Sri Lanka per consolarsi della cacciata dal paradiso terrestre. Il primo uomo scelse bene. Lo Sri Lanka è un paradiso terrestre.
Un altro gioiello da parte tua cara Benedetta. Lo amo.. 😊
Mi sentivo di nuovo lì a Sigiriya, e tu eri lì accanto a me, spiegandone i dettagli.
In che modo affascini il pubblico così tanto che si sentono come se fossero presenti nel luogo che descrivi? La Sicilia è il gioiello della corona della tua bellissima Italia e ora stai descrivendo lo Sri Lanka in modo abbastanza bello.
Devi insegnarmi, per favore .. 😊😊
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Non ne hai bisogno Abir! Sei fortissimo!
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