Oggi si chiama Dordogna, dal nome del fiume che l’attraversa ed è uno dei dipartimenti più grandi di Francia, ma nel cuore dei francesi e di quanti lo amano questo territorio è per tutti il Périgord, terra di incanto e bellezza.
Tanto vario e disomogeneo da essere stato suddiviso in quattro aree ciascuna contraddistinta da un colore: il Périgord Verde a nord, quello Bianco nella parte centrale, il Rosso Porpora a sud ovest e infine il Périgord Nero dove siamo diretti.
Abbandonate l’idea di poterne scoprire l’intera superficie a meno che non siate così fortunati da poterci trascorrere un lungo periodo. Ogni borgo merita una visita, ogni fattoria, bistrot o castello invita ad una sosta, ogni stagione racconta qualcosa di diverso.
Unico comun denominatore e chiave di volta per assaporare e capire il Périgord è la lentezza. Qui la fretta è bandita. Qui si viaggia slow.
Sarlat. Tra le vie del borgo in compagnia di Etienne de la Boétie e di Michel de Montaigne
Sarlat è famosa perché custodisce la casa natale di Etienne de la Boétie che amava passeggiare per i suoi vicoli in compagnia dell’amico Michel de Montaigne.
Centinaia di visitatori la scelgono ogni anno per il susseguirsi di dimore signorili e palazzi di epoca medievale e rinascimentale.

E’ certamente un buon punto d’inizio per avvicinare la cultura gastronomica della regione, famosa per il tartufo, l’allevamento di oche e anatre, animali simbolo della regione, celebre per la noce che qui ha ottenuto ben quattro Aoc (Appellation d’Origine Controlée), la Marbot, la Corne, la Franquette e la Grandjean, unica per la fragola, IGP nel 2004, con sette varietà da aprile a ottobre, la Garriguette, l’Elsanta, la Cigaline, la Seascape, la Mara des Bois, la Darselect e infine la tardiva Cirafine.
I mercati in questo pezzo di Francia sono un must – ciascun villaggio o città ne ospita diversi – quello di Sarlat tiene testa tra i più gettonati. Un paio di consigli a tal proposito: veniteci presto per evitare l’effetto “sardina” e per trovare parcheggio; concentratevi sui banchi alimentari che da Place de la Liberté scendono giù verso Place du Peyrou con i vicoli e le strade che vi si affacciano. Una festa per gli occhi e il palato, l’occasione per conoscere i produttori locali e prendere contatti per eventuali visite, un cammino privilegiato per sbirciare nella tradizione perigordina.
In Rue de la République , asse moderno che taglia in due Sarlat, si tiene un altro tipo di mercato assai più comune e poco tradizionale; non dimenticate il Mercato Coperto giusto in Place de la Liberté: ospitato nell’antica Chiesa Sainte Marie, è stato trasformato dall’architetto Jean Nouvel in un moderno tempio del cibo. Le porte monumentali, grandiose ed enormi, valgono da sole la sosta.
C’è infine una ragione in più per scegliere Sarlat ed è l’atmosfera che offre quando le saracinesche vanno giù e i visitatori mordi e fuggi non ci sono più: come sempre, in qualsiasi località molto visitata, è il momento migliore per goderne; qui a Sarlat la penombra e le luci soffuse, le risate dei bimbi che per l’ultima volta giocano tra le oche dell’omonima piazza prima di andare a dormire, il pigro ciarlare che pian piano scende di tono e diventa un’ipnotica ninna nanna e un calice di biondo e liquoroso Montbazillac, il cugino povero del celebre ed irraggiungibile Sauternes, faranno di questo piccolo borgo la scelta giusta.
Travel Tips:
Le Mas de Castel – Appena fuori Sarlat, nel verde del Perigord Noir, ho apprezzato la bellezza e lo stile degli ambienti, la cortesia dello staff, il comodo parcheggio. Se ci andate nella bella stagione, la piscina è un plus da tenere a mente.
Le Présidial – In un edificio storico del XVII secolo, ho cenato in un giardino fiorito scegliendo à la carte. E’ possibile scegliere tra differenti menu degustazione.
Le Comptoir du Gout 24 – servizio semplice, eccellente proposta di salumi e formaggi locali da abbinare a un calice di Cahors della Bassa Valle del Lot. Indimenticabile il prosciutto di Bayonne, insaporito nel vino rosso e nelle erbe aromatiche e massaggiato nel pepe nero e a lenta stagionatura, e il Cabécou, delicato formaggio di capra.
Da Castelnaud a La Roque Gageac. Seguendo il corso del fiume
Non andremo lontano da Sarlat. Rimarremo in zona, ad appena una manciata di chilometri, lungo una delle <cingles>, le anse del fiume Dordogna, le cui acque si uniscono poi a quelle della Garonna a formare l’estuario della Gironda, porta d’ingresso fluviale a Bordeaux.
In uno spazio assai ridotto la bellezza del paesaggio toglie il fiato: il fiume modella l’intera vallata e s’insinua in un susseguirsi di borghi pittoreschi sorvegliati da antichi castelli.
- Partiamo dall’alto: i Giardini di Marqueyssac con il bosso superstar
Non potevamo che partire da qui per un panorama mozzafiato sull’intera vallata. Dai Giardini di Marqueyssac , ideati su uno sperone roccioso a 130 metri di altezza sul fiume, la veduta sulla Valle della Dordogna è spettacolare.
La visita inizia dall’ex residenza nobiliare voluta nel 1692 da Bertrand Vernet di Marqueyssac dove sono visitabili alcune stanze ristrutturate con pezzi d’arredo e tappezzerie originali o ispirati alle differenti epoche durante le quali abbellimenti e migliorie sono state apportate all’intera proprietà.
E’ nel 1861 però che Marqueyssac diventa speciale con l’arrivo di decine di migliaia di bossi voluti da Julien de Cerval. Il bosso è una pianta verde tutto l’anno, sopporta bene la potatura e permette la realizzazione di forme vegetali complesse. A Marqueyssac ce ne sono 150.000 esemplari potati due volte all’anno con cesoie rigorosamente manuali, I più visitati ed esempio virtuoso di arte topiaria sono quelli dei giardini pensili accanto il castello: morbidi e tondi cuscini verdi su cui verrebbe voglia di sdraiarsi e godere del paesaggio, circondati dai numerosi esemplari di pavone che, alteri e coloratissimi, vivono in libertà.
Di bossi dalle forme più o meno bizzarre ce ne sono in tutta la tenuta che si estende lungo la falesia calcarea per circa 800 metri sino al Belvedere. Il punto più lontano dalla residenza principale è raggiungibile attraverso tre percorsi, chiamati <passeggiate>, più o meno impegnativi e in parte percorribili anche da chi ha problemi motori o dai passeggini, per un totale di circa sei chilometri di viali.

Il Grande Viale è il più comodo e ospita un servizio di navetta gratuita; lungo la passeggiata delle Alture e quella delle Falesie aree gioco e un percorso a rete sospeso tra gli alberi per i più piccoli, un sistema di cascate, <cabanes> costruite secondo la tradizione, la preziosa cappella Saint Julien de Cenac dove, tagliata nella roccia, troverete la Sedia del Papa, su cui Pio X, al secolo Giuseppe Sarto e allora Vescovo di Mantova, avrebbe meditato.
C’è però una cosa che rende imperdibile la visita dei Giardini di Marqueyssac: la possibilità di ammirare, uno accanto l’altro, gli imponenti castelli di Castelnaud, Fayrac, Beynac e a seguire, il villaggio La Roque Gageac.
Le torri di uno o dell’altro svettano imponenti sbucando da una radura di lecci e aceri o lungo un viale di corbezzoli. Le case coi tetti di pietra addossate e quasi incastonate nella pietra del villaggio di La Roque Gageac sembrano sempre più vicine dopo aver attraversato boschi di aceri, querce e robinie. Campi di mais si alternano a vigneti seguendo il corso del fiume lungo cui navigano le <gabares>, fedeli riproduzioni di imbarcazioni tipiche del XVIII secolo che un tempo trasportavano vino, sale, legname, derrate alimentari. E oltre si può già immaginare la grande strada della Preistoria che porta dritto al Parco Preistorico di Les Eyzies dove confluiscono le valli della Vézère e della Beune e dove, 17.000 anni fa, visse l’uomo di Cro Magnon.
Travel tips
Gli appuntamenti di Marqueyssac: da non perdere nel periodo pasquale la grande caccia alle uova di Pasqua; la Festa dei Giardini a giugno; la Via Ferrata da metà aprile a metà novembre; l’attività di arrampicata dedicata ai bambini; le aperture serali eccezionali a lume di candela e musica in estate.
Se scegliete di visitare i Giardini durante la bella stagione non mancate una sosta al ristorante e sala da tè sotto il pergolato della terrazza panoramica per una coppa di gelato speciale, quello prodotto a St Geniès dall’artigiano Roland Manouvrier famoso nel mondo per la ricerca delle materie prime e i gusti più disparati. Da quelli che raccontano il territorio ad altri risultato di combinazioni di sentori ed emozioni, che accompagnano col gusto in viaggi esotici e lontani. Tra le sue creazioni più amate rose, ortensie e gelsomini cristallizzati e preparati secondo un sistema da lui stesso brevettato che ne mantiene le proprietà organolettiche ed estetiche.

Pare che il divorzio tra Eleonora d’Aquitania e re Luigi VII, nonché le nuove nozze nel 1152 con Enrico Plantageneto abbia un po’ innervosito gli animi e dato il via a una delle guerre più lunghe tra le odierne Francia e Gran Bretagna, la cosiddetta Guerra dei Cent’Anni. Pare anche che il Périgord fosse proprio uno degli epicentri del conflitto e la vallata della Dordogna uno dei settori più disputati. Lungo il confine mobile che ora si ritraeva, ora avanzava a favore di una o dell’altra parte, furono costruiti numerosi castelli, nel tempo conquistati e persi, abbattuti e ricostruiti. Castelnaud fu uno di questi.
Riacquistato nel 1965 dalla famiglia Rossillon, Castelnaud è stato interamente ristrutturato e ospita oggi il Museo della Guerra nel Medioevo con circa 300 pezzi provenienti da tutta Europa.
Se vi piace il genere armature, cavalieri, guerre sanguinarie e alabarde, il castello di Castelnaud fa per voi.
E se invece non siete degli appassionati del genere come me, andateci lo stesso: la ricostruzione dell’assedio del 1442, le cucine e i laboratori come quello dei fabbri dell’epoca, le rievocazioni storiche e le macchine da guerra esposte all’esterno valgono il viaggio e sono un buon modo per avvicinarsi alla storia, specie per i più piccoli.
Inutile dire che la vista dal castello sul Dordogna è strepitosa ed il villaggio che lo ospita pittoresco e molto romantico.
- La Roque Gageac. Tra pietra e acqua
Piccola e preziosa. Stretta tra la falesia a cui è abbarbicata e il fiume con un’unica via a separarla dall’acqua e a collegarla agli altri siti nella vallata, La Roque Gageac è un vero e proprio tesoro.
Potete percorrere il sentiero ricreato tra falesia e case dai tetti in <lauzes>, le tegole di pietra lungo Rue de la Falaise. Una mappa con tutti i siti da attenzionare la trovate al centro informazioni lungo la Dordogna, vicino ai parcheggi. Ci vorrà poco per percorrerlo, il borgo è davvero piccolo ma ci si ferma ad ogni angolo per ammirarne i dettagli, la piccola chiesa <au Clocher Mur>, il giardino esotico con banani, passiflore e cactus nato dalla passione di Gérard Dorin nel 1970, il Manoir de Tarde…
Da qui partono le gabares, le imbarcazioni di cui vi parlavo prima. Potete prenotare una piccola crociera o noleggiare una canoa per risalire un tratto di fiume. Oppure scegliere un café o un bistrot e godervi il placido scorrere dell’acqua.
L’abbiamo vissuto con te grazie ai tuoi consigli e alle tue emozioni, in attesa di poter assaporare tutto di persona: il Périgord è una regione che ci attira da sempre!
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Noi l’abbiamo scoperto 15 anni fa e siamo residenti da 10. Il Périgord non ha rivali in Francia per bellezze naturali, per patrimonio storico architettonico e per gastronomia. Venite a dare un’occhiata.
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Raccontami tutto Francesco!!! Sono curiosa di sapere di un italiano in Perigord!
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Abbiamo comprato un palazzo del 600 per trasformarlo in maison d’hotes. È bello ritmo delle stagioni qui.
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Sarebbe davvero un sogno fare una cosa del genere! Se ti va dimmi qual è…me lo segnerei senz’altro per la prossima volta in Perigord. È un luogo magico dove voglio tornare
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Volentieri. Il sito è
https://les-suites-sarladaises.fr/
Vi aspettiamo con piacere. Siamo aperti da marzo a fine novembre.
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Sembra un posto stupendo. Grazie. Lo terrò da parte con grande piacere!
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Noi non vediamo l’ora di scoprirlo!
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Sono certa che ci andrete presto! È una terra per chi ha occhi che sanno osservare e cuore grande!
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Come sai dovevamo andarci quest’anno! È solo rimandato 😉
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Il Perigord parla italiano alle Suites Sarladaises, un palazzo d’epoca, trasformato in 5 appartamenti di charme nel cuore di Sarlat.🇮🇹
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Un angolo di Francia superlativo. Vale la pena dedicargli una settimana e visitarlo piano piano godensosi dei paesaggi e dei prodotti del territorio. Il mercato di Sarlat è un vero gioiello; oltre ad essere molto folcloristico è anche ricco di prodotti della zona; ho svaligiato le bancarelle!
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Non mi ci fare pensare Fausto! Ci sono andata in aereo e ho dovuto rinunciare ma avrei riempito un tir!
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A proposito, complimenti per l’articolo: molto ben documentato, ottimamente corredato da foto, preciso, puntuale.
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E questo è il miglior complimento! I locals la sanno lunga…grazie di cuore!
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