Borgo Cannistrà. Tra il dire e il fare. Sicilia in movimento

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La rivoluzione Borgo Cannistrà
La rivoluzione Borgo Cannistrà

Se vuoi che qualcosa accada agisci affinché accada. É un concetto semplice, eppure spesso assai complicato. Perché a volte è più facile sostenere che non si può fare invece che iniziare a fare.

A Cannistrà, una minuscola frazione del comune di Barcellona Pozzo di Gotto in provincia di Messina, alle parole hanno preferito i fatti, trasformando un territorio in cui pochi avrebbero investito in un laboratorio di idee e un esempio di cittadinanza attiva.

É Borgo Cannistrà, oggi punto di incontro per artisti, sede di festival e mostre, volano di progetti per l’intero territorio.

Ma come nasce Borgo Cannistrà?

Meno di trecento anime, un’umanità complessa ed eterogenea che fa a pugni, ogni giorno, con l’assenza di una progettualità per il futuro.

Fino ad una sera di maggio del 2011. Fino a quando i singoli diventano comunità che decide all’unisono e sceglie di avviare un progetto comune: il Borgo Cannistrà.

Cose semplici al principio: si ripuliscono le strade e si piantano fiori. Ciò che c’è oltre la porta di casa diventa casa comune, casa di tutti.

Cannistrà torna ad essere bella, bellissima: un autentico pezzo di Sicilia sul mar Tirreno, con le Eolie all’orizzonte, stretto tra vigneti e uliveti con la chiesa di San Giobbe che a giugno diventa palcoscenico e quinta della tradizionale festa popolare locale.

Un luogo dove poter ricominciare a sognare e fare progetti.

Presente, futuro. Identità, tradizione
Presente, futuro. Identità, tradizione
Da cosa nasce cosa. Borgo Cannistrà progetta e accoglie

Cosa è possibile realizzare in questa casa comune? Da cosa nasce cosa e Borgo Cannistrà apre le sue porte, impara ad accogliere.

Quella che un tempo era casa del pittore barcellonese Nino Leotti aperta e frequentata da artisti come Renato Guttuso e Giuseppe Migneco, diventa serbatoio di progetti e iniziative.

L’Associazione culturale no profit Borgo Cannistrà dà vita a una serie di festival ed esposizioni che si susseguono: Cannistrà for Amref, Cannistrà sotto le stelle, Cannistr’arte Exposition, Cannistrà Classic Concert…la piccola frazione barcellonese si anima con concerti, raduni di auto d’epoca, estemporanee di pittura, spettacoli.

Sposart a Borgo Cannistrà
Sposart a Borgo Cannistrà. Qui la strada è un bene comune, casa di tutti

Nel 2016 con La Pianta Che Vorrei si invitano i visitatori a portare la pianta del cuore e piantarla. Una talea o la pianticella del proprio balcone a cui si è più affezionati affinché Borgo Cannistrà diventi anche casa del visitatore.

Nel 2017 parte una kermesse dedicata alla sicilianità intesa come tutela di tradizioni legate a doppio filo al borgo ma con l’idea di ordire nuove trame proiettate al futuro.

Un museo a cielo aperto senza biglietto d’ingresso

Palart torna in più edizioni per trasformare ancora una volta il borgo: ogni singolo palo della luce viene affidato ad un artista che lo trasforma in opera d’arte.

The Time Dream, l’installazione di Liliana Urso coi suoi gradini maiolicati, le sfere che rappresentano sole, luce, tempo, umanità è solo un esempio di quella rivoluzione paesaggistica che si compie a Cannistrà.

Vicoli e strade principali sono sede di installazioni e murales che nel tempo chi ama Cannistrà dona alla comunità di cui si sente parte attiva, dando vita ad un vero e proprio museo all’aperto.

Un museo a cielo aperto dove non c’è botteghino e non si paga il biglietto d’ingresso.

Esempio di land art in cui è il borgo intero l’opera d’arte, Cannistrà accoglie nel 2017 il Festival di Street Art “‘Nto menzu a na strada”, con la direzione artistica dello street artist Andrea Sposari. All’iniziativa partecipano lo stesso Sposari, in arte SposArt, Collettivo Fx, Poki, Tilla, Nessunettuno, Gab El e Lucia Foti.

E’ una rivoluzione: il borgo diventa meta irrinunciabile in un territorio in cui, nell’arco di un’ora di strada, è possibile raggiungere mete turistiche come Milazzo, Capo d’Orlando, borghi come Castroreale, Montalbano Elicona, Novara di Sicilia. E poi, ancora, il Santuario di Tindari, il Parco dei Nebrodi, Tusa e Fiumara d’Arte. Una costa, quella Tirrenica, che sa di essere e vuole continuare a essere bellissima.

Beatles a Borgo Cannistrà. Qui si fabbricano sogni
Beatles a Borgo Cannistrà. Qui si fabbricano sogni
Festival Andrea Camilleri. L’arte è la civiltà dei popoli

L’anno 2020 è l’anno del Festival Andrea Camilleri. “L’arte è la civiltà dei popoli” è il suo claim. Perchè l’arte salva, trasforma e crea cose straordinarie. Tra gli ospiti Andrea Bartoli, l’uomo che di sogni irrealizzabili se ne intende: è il fondatore di Farm Cultural Park, un tempo centro storico di Favara in provincia di Agrigento destinato al degrado e allo scempio, oggi polo internazionale di arte contemporanea e scuola di architettura per i più piccoli.

Perché tra il dire e il fare c’è di mezzo…il fare. E se fai, le cose accadono.

Di cose a Borgo Cannistrà ne accadranno ancora. Lo capisci dall’energia e dall’entusiasmo che si respira qui. E dall’orgoglio che leggi negli occhi di chi qui ci vive ed è artefice di questa rivoluzione.

4 commenti Aggiungi il tuo

  1. rchiarappa ha detto:

    Un articolo che è una gioia per gli occhi ma fa anche tanto riflettere: se vuoi, puoi!
    E alla fine non ci vuole poi molto ma solo tanta buona volontà insieme a una rete di persone che ci credono e si rimboccano le maniche coinvolgendo sempre più altre persone.
    Un progetto vincente, da portare in giro per l’Italia!

    Piace a 1 persona

    1. dettabroad ha detto:

      Grazie mille Rosalia!

      "Mi piace"

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