
Di vento e di luce. A Trapani, sulla costa occidentale della Sicilia, col vento e con la luce ci devi fare i conti prima o poi.
Ampia e morbida appena sotto Erice, Trapani si allunga, stretta e affilata, sino al mare, nel punto esatto in cui la Torre di Ligny, icona della città e ultimo lembo di terra, si divide tra Tirreno e Mediterraneo. Poco lontano il Lazzaretto, oggi sede della Lega Navale, un tempo luogo di quarantena per gli equipaggi a rischio epidemia e, su un isolotto, il Castello della Colombaia o Castello di Mare.
Trapani da Drepanon, falce, dalla forma che assume proprio lì, dove la terra finisce e incontra il mare e c’è chi giura che la falce se la perse Demetra, dea delle messi e della luce, disperata e alla ricerca della figlia Kore, rapita da Ade, re degli inferi e dell’oscurità.
Avamposto cartaginese, dopo la Prima Guerra Punica, divenne romana, araba, aragonese. Ci passarono templari diretti in Terra Santa, mercanti e corsari.


Pare lo fosse anche Serisso, il pirata a cui è intitolata la strada che taglia la “falce” da parte a parte. Dal lato di Porta Ossuna, affacciata sul porto da cui partono le navi dirette alle Egadi, c’è una testa a fissare l’orizzonte. È quella della moglie di Serisso, rea di tradimento con uno schiavo e pertanto uccisa.

Qui il vento entra rapido come una lama, corre, e arriva lesto a Porta delle Botteghelle, lungo le Mura di Tramontana.
Cumuli di alghe portate dalle correnti seccano al sole, il blu del mare è ipnotico, la luce può costringere a tenere gli occhi chiusi. Solo per poco però: tornano presto ad ammirare tufo e calcarenite che danno a Trapani un aspetto rude, eppure forte, di chi sa accogliere e proteggere.
Al cuore delle cose. Rua Grande e Rua Nova
Nel cuore della falce, ben protetto, scivola verso il mare Corso Vittorio Emanuele, Rua Grande, dove, in sfarzo e bellezza, fanno a gara preziose dimore, come Palazzo Riccio di San Gioacchino, Palazzo Ferro, Palazzo Vescovile, lo splendido Palazzo Senatorio o Cavarretta coi due orologi tondi in cima e un tripudio di statue e nicchie su più livelli.

A fianco la Torre di Porta Oscura, l’unico accesso alla città medievale ancora esistente, con in cima un orologio astronomico del 1596, un Lunario e un quadrante Sole.
Lente battono le ore, stagioni, equinozi e solstizi negli eleganti caffè, i ristoranti, le colorate boutique e raffinate enoteche.

Poco distante, oltre via Torrearsa, l’altra via salotto del cuore di Trapani, via Garibaldi, Rua Nova, su cui si affacciano Palazzo Barone Burgio di Xirinda, Palazzo Staiti, il Riccio di Morana e alla cui fine sorgono il Comune, la Prefettura, Provincia e Questura.
Non solo palazzi. Le cento chiese di Trapani
La luce abbagliante del porto dove, di ritorno dal mare, i pescatori vendono quanto appena pescato, diventa tenue, accennata, rispettosa del mistero della fede nelle numerosissime chiese di Trapani.
Rosoni, tarsie di marmo, ori e stucchi, paramenti e preziosi crocefissi si alternano nei simboli della fede in città: Santa Maria del Soccorso, San Domenico, Sant’Agostino. E poi, ancora, dell’Immacolata Concezione e di San Lorenzo, dell’Itria, di Santa Maria del Gesù…

Una strada stretta porta infine alla Chiesa delle Anime del Purgatorio dove sono custoditi i Misteri, gruppi scultorei che sfilano il Venerdì Santo al suono secco e forte della ciaccula, uno strumento in legno già usato nel Seicento che dà il ritmo alla lunga processione di quasi 24 ore, lungo strade grandi e piccole della città.

Trapani Liberty
C’è una piccola libreria indipendente in Corso Vittorio Emanuele, a pochi metri dalla Cattedrale, la Libreria del Corso, luogo di incontri, mostre, eventi. Qui le idee circolano leste come il vento a Trapani.
La prima ti viene in mente guardandone l’insegna e la facciata, in stile Liberty, e ricordandoti che Trapani ha un’anima Liberty.

I leziosi decori floreali di Palazzo dei Mutilati, le bifore, le maioliche bianche e blu create dall’ingegnere Marascia si ispirano forse a quelli di Villa Igiea o del Villino Florio a Palermo. E poi la Casina delle Palme o Chalet Fiorino, dal nome del sarto trapanese che volle portare in città la moda parigina dei Café Chantant.
Infine Palazzo delle Poste e Telegrafi con le sue vetrate colorate, balaustre e lampadari in ferro battuto.

Su progetto di Manzo il Villino Nasi, costruito su un lembo di terra, sull’estrema punta ovest della città, nel 1898 per il deputato e ministro Nunzio Nasi, fra i protagonisti della politica siciliana dell’epoca. Lo “Scoglio” lo chiamavano, tra mare e terra. Su autorizzazione del Demanio, nel 1898 Nasi fece realizzare nello spazio dell’area marina adiacente al villino, una “vasca-piscina”, destinata a peschiera che nel 1929 fu abolita su ordine del Ministero della Marina. Restano i resti di una fontana e una piccola cappella lungo il viale di accesso al villino.
Chi ha avuto la fortuna di visitare il villino Nasi racconta di splendide decorazioni del pittore trapanese Giuseppe Saporito: un tripudio di fiori, calle, iris, rose, ma anche ninfee, papiri, aironi, pesci, aragoste e rane. Proprietario attuale del villino è il Libero Consorzio Comunale di Trapani, ex Provincia Regionale.
Interessante la mostra allestita in omaggio a Nasi al Museo Pepoli. Ripercorre un’epoca e ne ricorda pregi e contraddizioni. Non sempre l’aria che tirava era delle migliori. Nasi stesso fu processato e condannato per peculato e pertanto al centro di una vicenda politico giudiziaria complessa nonché di violente contestazioni.

Sul villino Nasi, purtroppo oggi chiuso al pubblico, ora come allora, continua a soffiare il vento di Trapani, schietto e diretto. All’orizzonte le Riserva Orientata delle Saline di Trapani e Paceco, un ecosistema perfetto e unico. Non solo luce e vento.
Trapani di luce, di vento, di sale. Ma questa è un’altra storia.

Ci hai riportato alla mente le meravigliose sensazioni che abbiamo provato passeggiando nel meraviglioso centro storico di questa cittadina che pochi prendono in considerazione ma che ha invece moltissimo da offrire!
Le Mura di Tramontana, la Torre di Ligny, le sue splendide chiese e gli angoli nascosti e caratteristici dai quali godersi splendidi tramonti!
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È una città che sa ammaliare. Racconta storie meravigliose a chi come voi sa scoprire il bello. Grazie ragazzi!
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Vento, luce e sale parte integrante delle bellezze di Trapani. Leggerla così la rende ancora più bella ai miei occhi
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Grazie di cuore Simona.
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L’anno scorso sono passata da Trapani ma non mi sono fermata, mi sa che ho fatto un grande errore! Tornerò sicuramente!
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Felice di averti dato un motivo in più per tornare in Sicilia. Grazie!
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Una volta all’anno vengo in Sicilia, tra un mesetto starò qualche giorno a Palermo. Io adoro questa isola!
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Grazie di cuore. Da siciliana ne sono davvero orgogliosa!
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