Scicli. Tipi tosti. I ragazzi di Tanit e Triskele

 

 

 

Scicli è bella e tutti lo sanno. Ed è generosa. Perché basta imboccare la via Mormino Penna o sostare sotto Palazzo Beneventano per lasciarsi travolgere dal barocco siciliano, coi balconi panciuti, le figure mostruose e la pietra color miele calda, luminosa.

Non bastano però occhi allenati e una buona dose di storia e cultura dei luoghi per scoprirne i tesori più nascosti, i luoghi meno conosciuti. Per quelli occorre affidarsi a un gruppo di ragazzi speciali, i ragazzi delle associazioni culturali Tanit e Triskele. Gente del posto, gente che ama Scicli, gente che ha deciso di investire tempo e conoscenza nella propria terra.

Visitare Scicli con loro è come avere per le mani uno di quei libri per bambini, quelli che apri una pagina e come per incanto luoghi e personaggi assumono forma e contorni. Nelle passeggiate e lungo gli itinerari creati da Tanit e Triskele ti guardi intorno e piazza Busacca non è più solo una bella piazza: si popola di famiglie che hanno fatto la storia di Scicli e di personaggi che hanno dato nome a luoghi e vita ad incredibili storie di giovani donne in cerca di dote. Noti un dettaglio che proprio no, non avresti notato e imbocchi un vicolo che ti regala un panorama mozzafiato.

E’ grazie all’impegno dei ragazzi della Tanit che l’antica farmacia Cartia del 1902, luogo di ampolle , erbe e pozioni, è stata riaperta al pubblico nel 2014. Visitandola capirai che, forse, in farmacia c’eri già stato perché è qui che sono state girate alcune scene dell’eroe nato dal genio di Andrea Camilleri, il Commissario Montalbano.

Ed è grazie ai soci di Triskele che oggi è possibile avventurarsi in un percorso lungo i siti religiosi che meglio raccontano Scicli e i sciclitani. Non perdetevi  il Museo del Carmine, Santa Maria della Consolazione, Santa Maria La Nova dove, salendo su per la scala del campanile, c’è la mostra allestita con reperti e pezzi salvati da altri siti ormai persi, restaurati e ricollocati sui diversi livelli della chiesa.

La dalmatica ricamata, il crocefisso in avorio, la statua di una Madonna ripulita da strati di vernice e dall’incuria, ogni elemento ha una storia che i ragazzi di Tanit e Triskele conoscono bene. Tra loro ci sono studiosi dell’arte e restauratori  che operano nel laboratorio ricreato nei locali della canonica di Santa Maria della Consolazione e che, a loro volta, insegnano l’arte del restauro agli studenti dell’istituto scolastico cittadino, impegnati nel progetto alternanza scuola-lavoro. E’ un’emozione scoprire un Giuditta e Oloferne del Pollace qui, restaurato e raccontato da chi, su quell’opera ci ha lavorato a pancia in giù, sospeso per ore.

Vanessa, Cecilia, Giammarco. Solo alcuni dei ragazzi che ho avuto il piacere di incontrare. Emanuele,  creatore del sito I Love Scicli, ancora rete, ancora condivisione, promozione e racconto del territorio. Con questa squadra sono salita su, fino al cima al campanile di Santa Maria La Nova. Da qui Scicli, al tramonto, è davvero un presepe.

Scicli
Scicli
Scicli
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2 commenti Aggiungi il tuo

  1. Pietrolley ha detto:

    Certo, vedere una città guidati da gente locale è un’altra cosa rispetto che girarla x conto proprio!
    Scicli è bella, l’ho vista solo la sera io, e confermo, è un presepe. Nonostante la “rivalità”, la considero simile a Modica, almeno dal punto di vista panoramico.

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    1. dettabroad ha detto:

      La prossima volta allora tocca tornarci magari per il festival del cioccolato a Modica o per quello del vino a Scicli!

      Piace a 1 persona

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