
Tramonti infuocati su spiagge nere.
Il giallo della ginestra che si confonde con quello dello zolfo.
Poi c’è il blu, un blu cobalto, profondo, impenetrabile. Il blu del mare, il blu Eolie.
Siamo a Vulcano, l’isola di Efesto che, leggenda vuole, qui forgiava armi per gli dei con l’aiuto dei Ciclopi. La più vicina delle sette alle coste siciliane e la prima ad essere raggiunta da traghetti e aliscafi dalla Trinacria.
Nei ricordi di un’adolescenza siciliana fatta di mare e di sale, nella casa dove ci si trasferiva finita la scuola, Vulcano era il sogno, la gita giornaliera con i compagni di scorribanda a lungo desiderata e finalmente concessa. Si partiva in scooter e la traversata in traghetto era già di per sé il viaggio. Ebbri di libertà, Vulcano si concedeva per poche ore, sufficienti per tornare, sudati e puzzolenti. Il cattivo odore era quello dello zolfo, acre, penetrante, subito percepito da chiunque arrivi a Vulcano Porto.

Acqua che bolle a Vulcano
Se i greci la chiamavano Therasia, “terra calda” un motivo c’era. Isola vulcanica, Vulcano presenta quattro crateri: Vulcanello, Monte Aria, Monte Saraceno e il Vulcano della Fossa, il più grande, dove l’attività vulcanica è evidente e il giallo dello zolfo si confonde con quello della ginestra, prorompente e selvaggia.
L’odore pungente delle esalazioni che si mischia ai profumi dolci della macchia mediterranea ha da sempre attirato turisti da tutto il mondo in cerca di altezze vertiginose, viste mozzafiato sull’intero arcipelago e scenari danteschi. Da qualche tempo però, la salita al cratere è interdetta. Pare infatti che Efesto si sia svegliato dopo più di cento anni dall’ultima eruzione: concentrazioni troppo alte di gas tossici sono state rilevate dai vulcanologi con buona pace di chi a Vulcano ci vive ed è stato costretto, nei mesi scorsi, ad evidenti disagi.

Ad oggi sembra che la situazione si stia normalizzando e in tanti fanno il conto alla rovescia per il via libera al cratere; nell’attesa, i visitatori, dopo un periodo di chiusura provvisoria, sono tornati a frequentare la Spiaggia delle Acque Calde, riviera di Levante, accanto al porto principale, dove l’acqua cambia colore, a tratti diventa quasi lattiginosa e ribolle in alcuni punti dove l’attività geotermica è più forte.
A poca distanza dalle Acque Calde, chiusa al pubblico da anni e non a causa delle intemperanze del vulcano ma di incomprensibili beghe giudiziarie, c’è la pozza dei fanghi dell’isola, dove da ragazzini si correva ad immergersi. Di rito, la foto della giornata che ci ritraeva cosparsi dalla testa ai piedi dai fanghi curativi, schifati dal puzzo ma certi ne valesse la pena per portare a casa lo scatto della stagione.

Un grosso pesce dalla coda piccola
Nella Vulcano gremita nonostante i veti recenti, l’aperitivo si fa in spiaggia, la Spiaggia delle Sabbie Nere. A piedi nudi, si aspetta il tramonto lungo un perfetto arco di fine sabbia nera. All’orizzonte, faraglioni imponenti e, sulla destra, i contorni di Lipari e Salina.
L’isola sembra stare tutta lì, tra i porti di Ponente e Levante, dove pare stringersi quasi a scomparire e poi riallargarsi nella parte finale, Vulcanello, come la coda di un grosso pesce. Il cratere principale che sembra osservare il piccolo centro abitato e attorno i resort e le altre strutture ricettive, forni, botteghe, piccoli atelier, pareo colorati, bikini striminziti e schiacciata, tanta schiacciata, la tipica focaccia locale. In rada barche e yacht che partono alla volta di grotte e insenature spesso impossibili da raggiungere altrimenti.

L’isola sembra stare tutta lì ma c’è il resto del “pesce”, silenzioso, pacioso, lento. La strada sale sino a Piano, piccola frazione: poche case, il frinire forte delle cicale, una panchina affacciata sul cratere della Fossa e sul blu delle Eolie.
Chissà se quella panchina c’era già ai tempi delle scorribande.
Di sicuro c’era la signora Tindara e la sua trattoria, a sei chilometri dal porto, dove in tanti andavano a mangiare il mitico coniglio all’eoliana e la pasta fresca alta come solo lei sapeva tirare. Oggi c’è il nipote, Gilberto Iacono, che ha reso Maria Tindara, ristorante e locanda, tappa obbligata: tipica cucina eoliana, un menu goloso che culmina in una selezione di dessert deliziosi curati personalmente da Gilberto: il millefoglie, con la ricotta locale, la marmellata di mandarini e le gocce di cioccolato, il semifreddo al vinocotto, con crumble di mandorle e il caviale di malvasia, la cheesecake al passion fruit e cocco rapè…

La strada continua, s’inerpica ancora per poi scendere, una curva dopo l’altra, sino a Gelso, frazione tanto piccola da sembrare finta, approdo per chi, da sempre, viene a godersi la cucina dei Maniaci. Pochi tavoli, una lunga lista d’attesa in alta stagione. Pesce a regola d’arte. Alla sera, solo le luci del locale e di due o tre case. Ipnotico lo sciabordìo delle imbarcazioni ormeggiate.
Appena poco oltre, un sentiero sterrato, una chiesa, la Santa Maria delle Grazie e un vecchio faro, ultimo avamposto prima del mare aperto.

Ad un paio di minuti di navigazione, la spiaggia dell’Asino, una splendida insenatura immersa nella natura incontaminata, che oggi ospita il lido Asino Beach. Lo si può raggiungere a piedi dalla strada principale attraverso una trazzera, oppure via mare grazie ad un pratico servizio navetta garantito da un gommone che fa la spola dal porticciolo di Gelso.
La mia prima volta a Vulcano. La Malvasia dell’isola
Non è semplice fare vino a Vulcano. La vigna, funambola, richiede passione e fatica.
Nella terra dove anche i big della Malvasia delle Lipari coltivano pezzi di paradiso (a Vulcano nasce la Vigna di Paola di Tasca d’Almerita; Hauner ricava a Vulcano parte del raccolto), sono nate realtà di nicchia, piccoli tesori inestimabili. A Punta Aria, Francangelo Pollastri produce il suo vino e, nel cuore dell’isola, a Capo Grillo nasce la cantina Soffio sulle Isole, di Giuseppe Livio, pittore e scultore catanese con la passione per il vino.

L’azienda di Giuseppe Livio è un miracolo nato tra sterpaglie e rovi, in campi da tempo abbandonati. Artista e vignaiolo, visionario coraggioso ha trasformato un pezzo dell’isola in una terrazza verde calda di vita, affacciata sull’arcipelago.
Nella cantina, alcune delle sue opere; le etichette dei suoi vini sono suoi dipinti.
Profumata e aromatica la sua malvasia, Donna allo Specchio, prezioso il malvasia passito, Respiro Primordiale. Ancora da scoprire il ciliegiolo prodotto qui, Soffio sulle Isole e il nocera e moscato, I 2 Professori. In valigia un paio di bottiglie che tengo care per le prime serate autunnali.

Grandioso lo spettacolo delle Eolie dai suoi filari. Non posso in cuor mio che ringraziarlo per tanta bellezza e per avermi donato una Vulcano sconosciuta.
Arrivederci Vulcano
– Remigio c’è ancora?, chiedo.
– Remigio è ancora al suo posto, mi rispondono.
Mi fermo allo storico bar in attesa del traghetto, anche questa tappa di rito del mio passato qui, sull’isola, in cerca di un autografo di vip e starlette di passaggio.
Mi godo gli ultimi scampoli del mio essere qui, zolfo e ginestra nella testa e nel cuore.

Questa isola mi è rimasta nel cuore. Sono certa che tornerò presto a visitarla meglio!
"Mi piace"Piace a 1 persona
Le Eolie sono sempre una buona idea. Grazie!
"Mi piace"Piace a 1 persona
L’isola più… Isola, delle sette sorelle. Sottostimata, a volte quasi… Scansata… Sembra… Isola di passaggio. Siamo stati a settembre, otto giorni alla fonda a Gelso, Caraibi neri… Naturalmente, abbiamo spesso goduto dell’arte culinaria di Franco …semplice e vera.
Posto unico… Col vecchio farò, colpito da un fulmine e quindi… Spento… Ancora più… Misterioso…
Da… Vivere…
"Mi piace"Piace a 1 persona
Tutto vero. Da ragazzini era la prima quindi la più facile. Eppure così bella. Peccato per il faro. Non dovrebbero “accendere” solo quello…grazie per le tue parole.
"Mi piace""Mi piace"
Volevo solo dirti che il faro è stato riacceso… Emilio
"Mi piace"Piace a 1 persona
Una splendida notizia
"Mi piace""Mi piace"
Meglio di qualsiasi souvenir il ricordo che nessuno potrà cancellare.
"Mi piace"Piace a 1 persona
Grazie mille
"Mi piace"Piace a 1 persona
Questi articoli suggestionano come le sirene.E’ un marketing onesto,forse inconsapevole, che preferisco a qualsiasi brochure, regalata dagli uffici turismo.Brava!
"Mi piace"Piace a 1 persona
Onesto, giuro, e senza alcun ritorno. Il senso del travel blogging di una volta. Grazie per l’apprezzamento.
"Mi piace""Mi piace"
Conosco le isole da bambina,ma per mia fortuna a Vulcano ci ho lavorato per due stagioni e posso dire che sono gli anni più belli della mia vita ,
"Mi piace"Piace a 1 persona
A scanso di equivoci, di cui sono artista, intendo per “marketing” quello” involontario” quando parli bene di un posto che ti è piaciuto.Anche io ne faccio, non bene come questi post.
"Mi piace"Piace a 1 persona
Grazie mille ❤️
"Mi piace""Mi piace"
Amo quest’isola dal primo istante che l’ho vista ….niente di più bello quando sono lì mi sento più vicina al creatore ed è come vivessi nel giardino di Eden
"Mi piace"Piace a 1 persona
Effetto Eolie, effetto paradiso. Grazie mille Marzia.
"Mi piace""Mi piace"