Questa casa non è un albergo. È molto di più. La Trullarella

Una casa di campagna nel cuore dell’Alto Salento, nella Valle d’Itria. Una “trullara”, sapientemente restaurata e ristrutturata: una lamia –  la vecchia stalla – un trullo sovrano e un trulletto, oggi trasformati in un’oasi di bellezza dove fermarsi.

Il tempo alla Trullarella si dilata, scandito dal frinire delle cicale e dal miagolio di un gatto di passaggio. Ospiti della natura che circonda la Trullarella, qui ogni dettaglio invita a rallentare e godere di un ramo di geranio che penzola carico di fiori da un vaso, del tremolio di una candela alla sera, di un telo di lino sul letto.

Lascio il mio libro sull’amaca, supero il solarium e la piscina e mi avventuro nella campagna circostante. Nascosti tra ulivi, ciliegi e lecci, altri trulli ancora allo stato originario. Se ne intravedono tra le edere invadenti le punte e i disegni a calce viva ormai sbiaditi sul cono: simboli pagani e cristiani contro il malocchio e di buona fortuna.

Un’energia antica, un sapere che si perde nel tempo, i trulli in Valle d’Itria sbucano saggi e misteriosi come piccoli stupa bianchi da una distesa compatta di ulivi, lungo tratturi di campagna collegati a Locorotondo, Ostuni, Oria, Martina Franca, Alberobello, centri animati da festival e fiere, arte e cultura.

La più vicina alla Trullarella  è Ceglie Messapica, un centro enogastronomico d’eccellenza. Materie prime eccezionali, osterie e ristoranti gourmet come Cibus e Al Fornello da Ricci, e la scuola di alta cucina Med Cooking School in un ex convento domenicano.

Me ne parla Lalla Accettura, anima della Trullarella. È lei che mi fa scoprire il piscquett’l, il biscotto di Ceglie, una delizia presidio slow food, morbida pasta di mandorle e marmellata e un sentore di limone. Lalla mi coccola con piccole attenzioni durante tutto il soggiorno: un consiglio prezioso, un bocconcino di burrata pugliese, un aperitivo al calar del sole sotto il portico della sua casa tra ortesie e rose.

Guardo il pumo color crema che mi ha donato. Sapete cos’è il pumo? È uno dei simboli della Valle d’Itria. In ceramica, è simile ad una pigna ma in realtà è un bocciolo racchiuso da morbide foglie. Lo trovate ovunque nella Puglia che circonda la Trullarella, nei balconi delle case, nelle botteghe di artigianato, ricamato su tovaglie e asciugamani. È un invito alla gioia e alla prosperità e un augurio a tornare presto alla Trullarella.

Grazie Lalla, è stato bello conoscerti.

4 commenti Aggiungi il tuo

  1. Maria Chiara Aliquò ha detto:

    Sig.ra Lalla Accettura, la contatto per cercare di soddisfare una curiosità e un interesse: ho comprato oggi due acqueforti firmate da lei o da un’omonima. Su internet trovo il suo nome associato ad uno splendido B&B. È lei l’artista?
    Grazie
    Maria Chiara Aliquò

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    1. dettabroad ha detto:

      Gentile Maria Chiara, non la posso aiutare. Non so se la Lalla che ho avuto il piacere di conoscere è anche un’artista. Le consiglio di contattarla su messenger o sulla pagina della Trullarella. Mi faccia sapere. Non mi stupirebbe affatto se Lalla lo fosse. Il suo gusto traspare nelle scelte fatte alla Trullarella. Buone Feste.

      "Mi piace"

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