Te ne accorgi subito che Sabbinirica, a Ragusa Ibla, è un posto speciale. Sospeso tra gli stretti vicoli e le profonde cave di Ragusa, alle spalle della Piazza degli Archi e della Torre dell’Orologio, ti accoglie come solo noi siciliani sappiamo fare.
“Ospitalità sicula” c’è scritto fuori. Dalle moderne vetrate esterne sbirci dentro e già intravedi un ambiente unico. Letteralmente “aggrappato” alla roccia, quella ragusana, di un miele caldo e luminoso, che i proprietari e creatori di Sabbinirica hanno recuperato alla reception, nelle stanze, persino nella sala colazione, un tempio una vecchia stalla. “Qui ci tenevano gli animali” mi spiega uno dei titolari, mentre Laura, la sorella, mi prepara un caffè bollente che bevo sbocconcellando una torta di ricotta, pere e cannella deliziosa. “Abbiamo tirato fuori la roccia viva, quella originale, eliminando terra, calce, cemento con i quali avevano praticamente coperto tutto”.
Ora gli ambienti originali di un antico edificio del XVIII secolo rivivono in un decor moderno e accogliente nell’ex quartiere sangiovannaro. Il bianco vince nella scelta dei materiali e degli arredi. Tavolini candidi con una struttura in ghisa, la scelta di luci calde che illuminano la pietra. E poi ampolle e damigiane in vetro recuperate e rese oggetti d’arredo. Tipiche teste di moro color crema, una lampada ad olio dai riflessi di ambra e di giada. Una piccola bottega all’interno dell’hotel che propone brand siculi nuovi e accattivanti. T-shirt e coppole, oggetti d’arredo, una selezione di bottiglie dei migliori vigneti della zona. Dalla finestra fiorita della nostra camera il presepe di Ragusa: si intravede la chiesa di Santa Maria delle Scale, forse Palazzo Cosentini.
Sui pavimenti solo le tradizionali piastrelle siciliane che una volta impreziosivano le antiche case di nobili ormai decaduti. “Vossignoria benedica”, “Sabbinirica”, si diceva in un tempo non troppo lontano quando se ne incontrava uno… saluto solenne e richiesta di benedizione.
Fuori ci aspettano i palazzi tardo barocchi, le edicole sacre, le chiese, i mascheroni…arriviamo. Però ora, dateci un attimo. Vogliamo restare ancora un po’ da Sabbinirica.
Un commento Aggiungi il tuo