Mi capita per le mani un volantino preso in uno dei tanti spice gardens in Sri Lanka. Sono giardini dove puoi scoprire le piante del posto e relative proprietà curative. Spesso luoghi turistici ma comunque sempre piacevoli. Leggo gli ingredienti di un the alle spezie: acqua bollente, due gocce di essenza di vaniglia, the e cardamomo…zucchero a piacere.
Sono rientrata in Italia da diverse settimane e il pensiero va ad un’altra tazza di the bollente, nero e forte, che ho bevuto sbocconcellando un roti, morbido pane caldo cotto su una piastra rovente. Ne avevo bisogno. Ricordo il freddo e la stanchezza. Dopo ore di salita, il punto di arrivo era ancora lontano. Accanto a me tanta gente, persone del posto e turisti fermatisi a rifocillarsi in uno dei numerosi chioschi lungo la salita all’Adam’s Peak, in Sri Lanka.
L’Adam’s Peak, Sri Pada in lingua locale, letteralmente “sacra impronta del piede”, un monte nel cuore dell’isola alto 2243 metri, alla cui sommità è custodita un’impronta disegnata sulla roccia. La salita corre lungo più di 5000 scalini, di diversa misura e altezza e per arrivare in cima a me sono servite quasi cinque ore. Si parte nel cuore della notte, appena dopo la mezzanotte e dal basso, nel buio più assoluto vedi solo la scia di lucine che lungo tutto il percorso ti portano sino in cima.
I buddhisti credono che l’impronta in cima sia quella lasciata dal Buddha durante l’ascesa al paradiso, gli indù quella di Shiva, i cristiani quella di Adamo. Non è facile arrivare sino alla fine del percorso. A me è capitato più volte di fermarmi e pensare di abbandonare. Ma poi ti guardi intorno e vedi i pellegrini, per lo più buddhisti e indù, che non si fermano. C’è gente anziana, tanti neonati in braccio ai genitori.
Sono proprio loro, i pellegrini, ad incoraggiarti. Ho condiviso con loro un sacchetto di noccioline, uno scambio di parole: “Perché sei qui…da dove vieni?” e di restare incantata ad ascoltarli cantare in lingue incomprensibili e dolcissime mentre si fermavano a lasciare un fiore alla Pagoda della Pace o ai piedi di una statua sacra. Nessuno sembrava infastidito dalla mia presenza in un luogo a loro sacro.
All’ingresso, prima ancora di un grande arco in pietra, in molti si fermano a farsi benedire da un monaco buddhista. Il monaco recita una benedizione e facendolo, ti lega al polso un braccialetto bianco. Quando me lo ritrovo davanti sono quasi in imbarazzo, mi sento fuori luogo. E’ lui a prendermi la mano e a legarci attorno il mio braccialetto. Lo guardo ora e ne sono contenta. Io in cima sono arrivata e ho visto l’alba più bella della mia vita.
Bellissimo racconto, stiamo pianificando un viaggio in Sri Lanka e questo luogo non ce lo dobbiamo assolutamente perdere 🙂
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