Ha fatto impazzire per settimane l’intero vicinato. Alla scuola elementare di Stratford, Londra, non si parlava d’altro se non del “ladro del Guardian”: ben cinque copie del quotidiano inglese che ogni mattina, all’alba, venivano lasciate davanti l’ingresso della scuola e che, sistematicamente, scomparivano.
Alle copie del giornale si sono presto aggiunte coppie complete di calzature, attrezzi da giardino, vettovaglie di varia natura. Running, mocassini e annaffiatoi semplicemente “volatilizzatisi” nei giardinetti delle case di mezzo quartiere.
Non si trattava di un ladro – alla fine i sistemi di videosorveglianza della scuola hanno capito chi fosse – ma di “una” ladra. Una splendida ladra dalla folta chioma rossa: una volpe. Si, una volpe che ho avuto la fortuna di vedere dalla cucina del fratellone, impegnata a razzolare nel giardini del quartiere sotto la pioggerellina londinese, a Stratford.
Stratford quella dei giochi olimpici del 2012, quella del centro commerciale tra i più grandi d’Europa, il Westfield Stratford City. Una fetta di Londra in piena ascesa, dove ovunque c’è un cantiere aperto e dopo pochi mesi un nuovo grattacielo acciaio e vetro. I giochi olimpici son finiti e strutture avveniristiche come il Queen Elisabeth Olympic Park continuano ad esser parte integrante del tessuto urbano. Un esempio? Il London Aquatics Centre, un luogo magnifico, progettato dalla celebre Zaha Hadid, dove oggi chiunque, pagando poche sterline, può fare una nuotata nelle vasche olimpioniche.
Accanto ai grattacieli però, a Stratford ci sono ancora le casette basse con i bovindi sulla strada. E puoi scambiare due parole col vicino la mattina quando, infradito e pigiama, avvicini alla botteguccia gestita da una famiglia indiana accanto casa per comprare il latte e magari scopri che in quel magazzino abbandonato a fine strada, la volpe ha fatto tana e ci sono le tue sneakers.
Una volpe furba quella di Stratford, una che ama leggere. Una patita del Guardian.