Francia, Rocamadour funambola

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Esistono luoghi con un’energia speciale, una luce che percepisci e, se sei fortunato, assorbi e fai tua. Rocamadour, nel sud della Francia, Dipartimento del Lot, Occitania, è uno di questi.

Rocamadour, funambola sulla nuda pietra
Rocamadour, funambola sulla nuda pietra

Rocamadour, storia e arte su tre livelli

Quando la vedi, abbarbicata alla nuda pietra, ti chiedi come abbiano fatto a costruirci su un villaggio, un centro religioso, persino un castello.

La falesia su cui Rocamadour “sta” in funambolico equilibrio, abbraccia dall’alto la valle in cui scorre il fiume Alzou. Il paesaggio circostante è quello del Parco Regionale dei Causses del Quercy ed è di incredibile bellezza.

Per goderne appieno occorre sfidare le stessi leggi di gravità che sfida il borgo medievale e salire fin su, fino al livello più alto, quello in cui sorge il castello, un complesso di bastioni difensivi che risale al Trecento e che per secoli contribuì a preservare la fama di Rocamadour quale fortezza inespugnabile.

Luogo di miracoli, protetta per secoli da uno scudo imbattibile, quello della fede di migliaia di pellegrini che qui arrivavano da tutta Europa, Rocamadour fu infine quasi distrutta durante le guerre di religione. Tornò più forte e più bella dopo il rinvenimento della miracolosa icona della Madonna Nera, simbolo di devozione e pellegrinaggio e di una campana dell’antico santuario, solo una, che si dice suoni ogni volta che la Vergine concede ancora oggi un miracolo nel mondo.

Entrambe, icona e campana, sono custodite nella cappella di Notre Dame, all’interno del complesso dei Sanctuaires posti al livello intermedio di Rocamadour. L’ultimo, il più basso, è il centro storico, la Cité, attraversata da un’unica via pedonale sui cui lati, uno dopo l’altro, si susseguono negozi di souvenir e ristoranti.

I tre livelli sono collegati da un comodo sistema di ascensori ma il pellegrino che si reca a Rocamadour preferisce affrontare l’Escalier des Pelerins (più di duecento scalini che in molti percorrevano in ginocchio) tra la Cité e la zona dei Santuari e il sentiero Chemin de Croix, tra quest’ultima e il castello.

Dove la bellezza incontra la fede

Ai Sanctuaires
Ai Sanctuaires

E’ al secondo livello che capisci la sacralità di questo luogo, che ne percepisci forte l’energia. C’è un ampio slargo all’ingresso della <città sacra>: superarne il principio, attraversando uno stretto corridoio che arriva ai Sanctuaires, è uno spartiacque tra tutto ciò che di Rocamadour hai visto sino a questo momento e una visita diversa, un percorso di conoscenza, un viaggio nella fede. Che tu ce l’abbia o meno.

Sette tra chiese e cappelle che ruotano una accanto l’altra ad altezze diverse e in uno spazio più esiguo di quanto si possa pensare. Quasi che la forza che irradiano spinga  verso il centro salendo verso l’alto. Tra guglie e scale che si aggrappano e inerpicano sulla roccia chiara i visitatori fanno tappa nella basilica di San Salvatore, la più grande, nella cappella di Sant’Anna, in quelle di San Biagio, San Giovanni Battista, San Luigi, San Michele sino a quella di Notre Dame, la cappella che custodisce la Madonna Nera.

Il clamore delle voci che echeggia lungo la via principale della Cité qui si affievolisce, si fa sussurro, bisbiglio, preghiera.

Prima di entrarci, una sosta davanti il luogo dove per tradizione sarebbe stato sepolto Sant’Amadour, il primo eremita. Ancora un attimo da dedicare al punto esatto in cui, leggenda vuole, la mitica Durlindana, la spada di Orlando, paladino di Carlo Magno, fu incastonata nel muro affinché non cadesse in mano musulmana prima della famosa battaglia di Roncisvalle.

Infine la cappella di Notre Dame. Piccola, raccolta, alla luce tremula di decine di candele che illumina i tanti ex voto, le targhe, gli oggetti sacri, i simboli di una devozione antica ed espressione di milioni di <grazie> che sfidano i secoli e si rincorrono, risuonando, nel prezioso santuario.

Una storia di fede lunga secoli
Una storia di fede lunga secoli

11 commenti Aggiungi il tuo

  1. Che meraviglia, non ne avevo mai sentito parlare! Quel costone roccioso che incombe è fantastico, sarei stata ore ed ore a scrutarne ogni singolo anfratto roccioso. Dove la bellezza incontra la fede e aggiungo io dove osano le aquile! 😉

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    1. dettabroad ha detto:

      L’ho pensato anch’io! Ci sarebbe da approfondire. D’altronde attorno c’è un ambiente naturale tutto da scoprire

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  2. Stray Idler ha detto:

    Magari non in ginocchio, ma anche io propenderei per gli scalini ☺️

    Non la conoscevo, grazie. 👍

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    1. dettabroad ha detto:

      No, dai, in ginocchio no!!! Ma se avessi il privilegio di tornarci dedicherei molto più tempo e sceglierei le scale!

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  3. MondoArchitettura ha detto:

    Questo luogo sembra essere davvero fantastico, chissà che emozione visitarlo dal vivo! Gli edifici così arroccati mi ricordano vagamente la Sacra di San Michele, simbolo del Piemonte 😉

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    1. dettabroad ha detto:

      Sai che non la conosco? Di cosa si tratta?

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      1. MondoArchitettura ha detto:

        E’ un’abbazia in val di Susa, in provincia di Torino. Nonostante risalga agli anni 1000 è incredibile come, nonostante i mezzi dell’epoca, siano riusciti a costruirla in cima ad un monte. Se passi per il Piemonte ti consiglio di visitarla, è davvero una spettacolo 😉

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      2. dettabroad ha detto:

        Segnata. È uno di quei posti che mi attirano come calamite. È possibile che ne abbiano parlato su Meraviglie di Alberto Angela nella scorsa edizione?

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      3. MondoArchitettura ha detto:

        Si è probabile. Sono stati fatti talmente tanti servizi sulla Sacra che è impossibile tenere il conto di tutti 😉

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  4. Cinzia ha detto:

    Che posti splendidi!

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    1. dettabroad ha detto:

      Grazie mille! Oggi sembra tutto così lontano…

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