Tre fratelli, una casa che è rifugio e luogo dell’anima, un ospite speciale.
Siamo in Sicilia, Capo d’Orlando, a Villa Piccolo, edificio di inizio Novecento immerso in uno splendido parco e Agata, Casimiro e Lucio sono i protagonisti di questo viaggio.
Quanto all’ospite speciale, ci arriviamo pian piano. A Villa Piccolo la fretta è bandita.

Tre fratelli e un ospite speciale
La struttura, situata su una collina appena sopra il centro orlandino, è sobria ed elegante ma mai ostentata. Anche gli interni non sono sontuosi ma ad ogni modo assai ricchi. Ricchi di oggetti, testi, immagini e opere d’arte di valore inestimabile perché testimonianza preziosa dell’estro e del genio di chi quelle camere le ha vissute, amate, abitate: i Piccolo di Calanovella, di aristocratica stirpe, legati ad antiche famiglie blasonate di Sicilia.

In sala da pranzo, il posto a tavola della baronessa Teresa Mastrogiovanni Tasca Filangeri di Cutò, “maman”, è ancora apparecchiato con fini porcellane su una tovaglia ricamata a tombolo. Perché a Villa Piccolo il confine tra vivi e morti era assai sottile e chi ci viveva lo faceva per sempre – lo fa ancora oggi – nella penombra delle stanze, fresche anche in piena estate.

Era Casimiro l’appassionato di esoterismo. Andava a letto all’alba e parlava con gli spiriti e del suo mondo straordinario ha lasciato infiniti schizzi, disegni, dipinti e foto per lo più raccolti nella Casimiroteca. Splendidi i suoi acquerelli magici, specchio di realtà parallele popolate da fate, gnomi, elfi, personaggi straordinari.
Alcuni sono stati riprodotti su pannelli e inseriti nel parco che circonda Villa Piccolo, regno di Agata Giovanna, esperta in botanica, raffinata cuoca e creatrice del frutteto e del parco di piante esotiche e rare, come la rara Puya Berteroniana Mez, unico esemplare in Sicilia.

Al termine di un lungo e profumato pergolato di glicine, scoprirete un piccolo cimitero che esorcizza il tempo e la morte e ospita abitanti assai importanti di Villa Piccolo, i cani e i gatti vissuti qui, ciascuno con la propria lapide e il proprio nome cesellato sopra. Ricordate che anche Peggy Guggenheim seppellì i suoi cani nella sua casa museo a Venezia?
Qui è ancora ben visibile la tomba di Puck, il cane che spesso compare in foto a lato del terzo fratello, Lucio, poeta, musicista, poliglotta. Nel 1954, già cinquantatreenne pubblica a proprie spese le prime poesie e le invia a Eugenio Montale ma sbaglia l’affrancatura. Fortuna vuole che Montale si incuriosisca e paghi la differenza: si innamorerà dell’arte di Lucio e lo inviterà al convegno di San Pellegrino Terme decretando il successo del barone siciliano. Orson Welles considerò Lucio “un genio della poesia”, Ezra Pound definì la sua poesia “magnifica e irraggiungibile”.

L’ospite di Villa Piccolo
Nel cimitero dei cani e dei gatti di Villa Piccolo c’è anche Crab. Il suo padrone è uno dei più celebri autori siciliani; il suo capolavoro, Il Gattopardo, una delle opere che meglio ha raccontato un importante momento della storia dell’isola e dell’intera Italia.

Parlo ovviamente di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, cugino dei Piccolo di Calanovella.
La madre, Beatrice Mastrogiovanni Tasca di Cutò detta Bice, di cui vi ho già parlato per un flirt con Ignazio Florio, era una delle sorelle della madre di Agata, Casimiro e Lucio.
Tomasi era di casa a Villa Piccolo, tanto di casa che, prossimo alla morte, nel giugno del 1957, scrisse in una delle lettere autografe custodite a Villa Piccolo di volerci tornare, almeno una volta ancora, giungere col treno del mattino a Piana, la località su cui sorge la villa, < …coricarmi nella stanza amata, dormire sino alle 9 e svegliarmi con l’illusione che non è successo niente, che tutto è come prima>.
Non fece a tempo, Giuseppe Tomasi di Lampedusa morì nel luglio del 1957, il 23. Resta la sua camera dal cui davanzale è ben visibile, quando l’aria è tersa, l’isola di Salina che tradizione vuole gli abbia ispirato la storia del principe di Salina. Sopra il capezzale, c’è ancora la bacheca Luigi XVI con le tre statuine in avorio che rappresentano la Sacra Famiglia, salvata dalla distruzione dalla casa di Palermo, bombardata nel 1943 durante la Seconda Guerra Mondiale.

Restano poi i suoi racconti di villa Piccolo, le descrizioni dei momenti più belli spesi con i cugini, le fughe in moto del cugino Lucio per i paesi della zona, circondata dal Parco dei Nebrodi, le lunghe chiacchierate nel parco.
“(…) Sono arrivato venerdì sera (…), alle quattro del pomeriggio, accolto da enormi tazze di vero cioccolato con panna montata e brioches. Hanno un nuovo cuoco eccellente, ma che purtroppo partirà tra 15 giorni. Ti racconterò il menù di una sola cena ma tipica: lasagne col sugo di carne, carne trita e ‘ricotta’; ‘Vol au vent’ di pasta sfoglia con aragosta e latticello di pesce; cotolette panate con patate alla crema, piselli al prosciutto e una straordinaria torta su ricette di Escoffier: pasta sfoglia, crema molto leggera e ciliegie candite. Il tutto appena tiepido, e nelle quantità abituali”.
Villa Piccolo, 6 aprile 1941. Tomasi alla moglie.
Villa Piccolo continua a vivere grazie alla Fondazione Famiglia Piccolo di Calanovella, nata nel 1970 per volere di Casimiro, con un fitto calendario di appuntamenti culturali che la animano e la possibilità di visitarla giornalmente previa comunicazione.

Che meraviglia questo luogo, e tu lo hai descritto davvero bene come il racconto di una favola. Sei sempre fantastica!!!
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E tu sei sempre davvero gentile! Grazie sempre ❤
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Che posto incredibile, non poteva che essere abitato da tre artisti… e dai folletti di Casimiro, ovvio 😉 Tre animi dotati di una sensibilità particolare, così come particolare è la sensibilità che ci vuole per apprezzarne l’eccentricità. Dev’essere un luogo pieno di ricordi e il pet cemetery è un vero gioiellino! Insomma Piccolo ma di animo grande!
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Grazie Orsa. Ti divertiresti, ne sono certa, nei suoi viali e nelle diverse stanze a scoprire cimeli e storie di storie di storie…
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“Chi ci viveva lo faceva per sempre”
È proprio vero. Che siano state persone o animali da compagnia, ognuno ancora oggi ha un posto speciale a Villa Piccolo.
Ed è ciò che la rende speciale.
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Il piccolo cimitero per i 4 zampe non ha nulla di ostentato. È piccolo, discreto, raccolto e ancora oggi si percepisce l’affetto per gli animali di Villa Piccolo. Grazie Simo ❤
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Leggere i tuoi post è sempre un piacere! Bastano poche righe per entrare in una dimensione fatta di meravigliose suggestioni…
Il parco è davvero molto interessante e i suoi colori sono davvero abbaglianti…
Il cimitero degli animali è davvero il tocco in più di questa storia!
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Grazie mille. Condividiamo il piacere del viaggio con tutti i sensi, un viaggio che rimane per sempre.
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