Ancora Rotterdam. Sulla Mosa

Siamo partiti da un ponte. Continuiamo a raccontare la città olandese scoprendone altri due, stavolta sull’acqua. Sul passato e sul futuro.

Wilhelminapier. Sulla prua di una nave

La parte di Rotterdam a sud della Mosa, il fiume che spacca in due la città, si allunga sull’acqua con grandi lingue di terra. Quella centrale, la Wilhelminapier, un tempo era deputata a luogo di addii e di grandi viaggi. Alla fine dell’Ottocento da questa banchina partirono migliaia di emigranti diretti a New York in cerca di una vita nuova e forse migliore. La compagnia che gestiva le traversate era la Holland Amerika Lijn (HAL), la cui sede storica, uno splendido edificio in stile liberty, oggi ospita l’hotel New York.

Soggiornarvi o visitarlo – le sale al piano terra e il ristorante sono aperti al pubblico – significa rivivere in parte quel momento storico fatto di speranze, sogni, decisioni importanti e spesso obbligate. Tutto ricorda una grande nave, la rotta atlantica, un tempo lontano. Date un’occhiata al testo dedicato al New York hotel in bella vista nel book corner della hall: vi suggerirà epoche passate, momenti felici, altri difficili con un comun denominatore: l’andare, il partire.

Accanto l’hotel, proprio dove insisteva il molo, c’è Lost Luggage Depot, l’opera in ghisa di Jeff Wall raffigurante valigie, borse ed oggetti di epoche diverse. Tutti smarriti, persi per sempre, così come il posto da cui si veniva e la vita che si conduceva, una volta partiti per l’ignoto. Ieri come oggi.

“I want the monument to remember those who have left, whenever they left, and to recognise those who arrive, whenever they have arrived, and from wherever they have come”  – Jeff Wall

Lost luggage depot. Ieri come oggi
Lost luggage depot. Ieri come oggi

Fenix Food Factory. Back to the origin

Restiamo al centro della Mosa, stavolta sulla penisola di Katendrecht, detta anche <Il Capo>, un tempo quartiere portuale famigerato e oggi zona di tendenza anche grazie alla Fenix Food Factory .

Da qui il panorama sul Wilhelmina Pier e sul New York Hotel è mozzafiato. Ci potete arrivare scendendo a Rijnhaven e percorrendo un breve tratto a piedi o con un comodo watertaxi. La Fenix Food Factory è raggiungibile dal New York Hotel a piedi grazie ad un piccolo ponte pedonale.

Ma cos’è Fenix Food Factory? Un vecchio capannone industriale trasformato in un mercato del cibo buono, sano e rigorosamente artigianale. Ci trovate Booij Kaasmakers, produttori di formaggi, Jordy’s bakery, un panificio che sforna pane, croissant e altre delizie, Kaapse Brouwers, dove si produce birra, Stroop Rotterdam per assaggiare i famosi stroopwafels con un tocco originale dato dalla lavanda, il sale o il pepe nero. Ci trovate anche una libreria, che non guasta mai, la Bosch&de Jong e tanto, tanto altro.

Non vi aspettate lusso e luci al neon: la struttura iniziale è ancora visibile, ogni sedia o tavolino è stata creata con materiali semplici e può capitarvi di vedere stampigliare il marchio del negozio su buste riciclate e riciclabili. Tutto qui è easy e all’insegna del buono e del funzionale.

Tra passato e futuro. Skyline sul Mosa

Ritorniamo per un attimo al New York Hotel. Vi ho detto che si tratta di un edificio storico legato al passato di Rotterdam. Non vi ho detto che è circondato da alti e avveniristici palazzi e grattacieli che, negli anni, hanno trasformato lo skyline della città sulla Mosa e che la stanno traghettando verso il futuro.

Il grattacielo New Orleans con la facciata in pietra che ospita un teatro, il World Port Center, Las Palmas, il Maastoren, il De Wilhelminahof, il Toren op Zuid e infine il De Rotterdam: tre torri alte 150 metri collegate tra loro in un equilibrio perfetto. O almeno questo è quello che leggerete sul De Rotterdam. A me ha ricordato sei parallelopipedi  che sembrano pronti a scivolare uno sull’altro…un’opera di funambolismo architettonico, una meraviglia ingegneristica che ospita alloggi di lusso, uffici, negozi, servizi di ristorazione, centri fitness. Sulla sua facciata si riflette grandioso uno dei due ponti di cui vi parlavo all’inizio, l’Erasmus, simbolo della città. Il <cigno> lo chiamano per il colore (un bianco candido) e la forma data dal pilone in acciaio alto 139 metri e sorretto da 40 cavi.

Attraversatelo a piedi. Ve lo consiglio caldamente. Sarà come abbracciare e un po’ capire la città.

Giallo, bianco. Ancora un ponte. Stavolta rosso. Verso Oude Haven e le Case Cubiche

Ecco un altro ponte, stavolta rosso, che collega la zona sud con quella nord. E’ il Willemsbrug, 318 metri, inaugurato nel 1878 e rinnovato nel 1981.

Percorrendolo idealmente approdiamo a Oudehaven, il Porto Vecchio, uno dei pochi panorami della vecchia Rotterdam, dove il contrasto tra le navi storiche e la cornice moderna è forte. Anche il Witte Huis, un edificio costruito tra il 1897 e il 1898 ben visibile da Oude Haven , il primo grattacielo dei Paesi Bassi con i suoi 45 metri, oggi è un nano tra i giganti.

E poi ci sono loro, le famose Case Cubiche, icona di Rotterdam, le case gialle che sfidano la gravità e che tanto recenti non sono: l’architetto Piet Blom le creò nel 1984 e, a distanza di più di trenta anni, sono ancora un incredibile esempio di architettura e design. Avrebbero dovuto essere 74, ne furono costruite 38 che, insieme, rappresentano una foresta. Ogni casa un albero, ogni casa un modo nuovo di vivere la quotidianità. Sono infatti tutte abitate e una è diventata un museo che consente di dare un’occhiata a come potrebbe essere la vita quotidiana all’interno di una struttura così particolare. C’è tutto: dalla cucina al bagno; una comoda camera da letto, la zona lettura, piante e libri d’arredo. C’è anche un ostello, lo Stayokay Hotel, da cui il flusso di gente di tutte le età che vuole vivere un soggiorno creativo è continuo.

Dalle Case Cubiche è ben visibile la Biblioteca Centrale. Di giallo in giallo. Le ben evidenti tubature gialle esterne costituiscono il sistema di aerazione. Sulla facciata una frase a firma Erasmo da Rotterdam: “La mia patria è il mondo intero”. Tutto torna, no?

Markthal. Molto più di un mercato coperto

Bianco, rosso, giallo. Per approdare ad un vero e proprio arcobaleno, il Markthal, molto più di un mercato coperto. Partiamo dalla forma, una sorta di ferro di cavallo con le punte in giù dentro cui sono state create 225 esclusive abitazioni. La hall invece ospita il mercato, spazi commerciali e numerosi ristoranti. Li si visita con il naso all’insù perché tutte le pareti interne del Markthal sono rivestite dalla coloratissima opera di Arno Coenen e Iris Roskam, Cornucopia. Migliaia di piastrelle su cui sono impressi frutta, insetti, fiori, pesci, una moderna ed esplosiva <natura morta> del ventunesimo secolo.

Lì dove sorgeva Rotterdam sul fiume Rotte nel Medioevo, oggi il cibo rappresenta il trait d’union tra culture e gastronomia del mondo intero. Tapas e salumi iberici vicino Gouda e polpette olandesi;  profumi indiani che si confondono a quelli del Marocco; muffins americani e stroopwafel.

Due indirizzi da consigliare all’interno del Markthal:

 – Pickles, burgers & wines, per  hamburger squisiti da accompagnare ai classici cetriolini e croccanti patatine.

 – Umami Street Food

Versione casual dell’acclamato Umami by Han al primo piano del Wah Nam Hong supermarket. Sotto puoi fare incetta di prodotti dal mondo orientale, sopra ti aspettano gatti della fortuna e ceramiche per una tavola dal look asiatico. Il tour termina con Umami Street Food dove provare le delizie sul posto, comodamente seduti con vista su Cornucopia del Markthal!

CitizenM Rotterdam. Bello e furbo

Cosa cercate in un albergo? Cosa desiderate trovare a fine giornata in una città come Rotterdam?

Al momento della scelta del mio albergo a Rotterdam ho avuto davvero l’imbarazzo della scelta. Tanti alberghi di design, eleganti e ricercati.

Alla fine però ho scelto il CitizenM e l’ho fatto perché me ne piaceva la posizione (appena fuori c’è la Blaak Station, il Markthal, le Case Cubiche…), gli arredi moderni, colorati, accattivanti e soprattutto un approccio smart al visitatore che qui chiamano <citizen>, cittadino.

Mi ci sono sentita <cittadina>, cittadina del mondo, che al CitizenM può incontrare viaggiatori di ogni tipo e condividere una risata nelle tante comode e rilassanti aree relax, ciascuna arredata con gusto e tutte comunicanti come in un grande loft.  

Ovunque, al CitizenM, “parole”. Sulle pareti, lungo i corridoi che portano alle stanze, sullo schermo che troverete acceso all’interno della vostra stanza. Un percorso di <parole> che spiega il mood del luogo.   

Una sharing table per provare uno dei piatti sul menu, una birra al bancone del Canteen, sempre aperto, una tisana fumante prima della ninna su una delle tante poltroncine e divani.

E come sono le camere al CitizenM? Piccole, ma belle, funzionali e con tutto quello che serve per un soggiorno da boutique hotel. Il letto va da parete e a parete come la finestra da cui Rotterdam è a portata di mano. Tutto – luci, tende, tv, riscaldamento e aria condizionata – è automatizzato e regolabile dai classici interruttori e da un comodo tablet. Nessun cioccolatino sul letto insomma ma prodotti beauty e asciugamani grandi e in morbido cotone.

E se i luoghi raccontano le persone, il CitizenM racconta Rotterdam: vivace, rivolta al mondo, proiettata al futuro ma anche funzionale e pensata al benessere di chi la vive.

Che te ne fai di una sedia di design se non è comoda e la puoi solo guardare?

Cosa avrei voluto vedere e cosa di sicuro mi riporterà a Rotterdam:

–          Un viaggio alla scoperta  di uno dei dieci porti più grandi del mondo. Gli altri nove sono in Asia. 40 chilometri di merci, uomini, storie da scoprire con un tour realizzato quotidianamente da Spido.

20 commenti Aggiungi il tuo

  1. rchiarappa ha detto:

    Ci sono stata tanti anni fa e solo di passaggio: è una città che sicuramente merita una visita approfondita e farò tesoro dei tuoi suggerimenti.

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    1. dettabroad ha detto:

      Te la consiglio vivamente. Non è solo bella e divertente. Offre cultura, riflessione, crescita…

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  2. Falupe ha detto:

    Visiterei Rotterdam solo per i market che hai descritto, un vero spaccato della cultura del Paese

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    1. dettabroad ha detto:

      Ti piacerebbero senz’altro perché sono autentici: gente del posto che trasforma luoghi in disuso in aree di aggregazione e condivisione.

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  3. simonedda ha detto:

    Leggendo dell’Hotel New York con le sue storie di partenze transatlantiche mi hai fatto ritornare alla mente le sensazioni provate al Galata di Genova. Ho un’adorazione per i mercati al coperto.Tra il Fenix ed il Markthal c’è solo l’imbarazzo della scelta. Che esplosione di colori Rotterdam!

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    1. dettabroad ha detto:

      Non sapevo del Galata di Genova. Quello dell’emigrazione è un tema che mi tocca da sempre. Forse perché sono siciliana e da sempre in tanti da qui sono partiti con l’unica certezza di desiderare di vivere meglio.
      O forse perché ho sempre ammirato il coraggio di chi rischia tutto. Anche chi ha poco ama il suo niente…

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      1. simonedda ha detto:

        Devi sapere che i miei bisnonni materni furono tra quelli che agli inizi del Novecento presero i famosi transatlantici direzione New York via Ellis Island alla ricerca di un futuro migliore. La sezione MEM di Galata mi è rimasta davvero nel cuore.

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      2. dettabroad ha detto:

        La ricordo Ellis Island. E penso anche che se non capisci Ellis Island non capisci l’America. E forse il mondo…

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  4. E che bella giornata che hai beccato, quei colori non sarebbero stati gli stessi con un cielo plumbeo! Anche io come Simona sono andata con la mente al Galata e alla banchina di Bremerhaven nell’estrema Germania del Nord (anche da lì si partiva con i grandi piroscafi verso il Sogno Americano). Mi hai fatto morire con l’hotel “furbo” 😉

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    1. dettabroad ha detto:

      Hai ragione!!! Il giorno prima pioveva ed era tutta un’altra storia. Pazienza…ne ho approfittato per andare al Markthal e fare un giro, con assaggio, di tutti gli stand😂😂😂

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    2. dettabroad ha detto:

      L’hotel è fortissimo! Pensa che su ogni parete ci sono suggerimenti e festival da visitare!

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  5. Sento che Rotterdam mi piacerebbe tantissimo: me ne sono convinta grazie alle tue foto e alle tue parole. Mi sembra che abbia molto più carattere rispetto ad Amsterdam (che mi piace, ma non al 100%). Poi il Fenix Food Factory è proprio la ciliegina sulla torta!

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    1. dettabroad ha detto:

      Immaginavo che la Fenix avrebbe attirato la tua attenzione cara Silvia. Buon cibo da condividere in un ambiente accogliente e green, tutto handmade!

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  6. Abirbhav ha detto:

    Ho adorato Rotterdam. Luogo calmo, meno affollato e relativamente sconosciuto con tutti i servizi che ci si può aspettare in una città. Un po ‘come Torino, ma senza il classico fascino di Torino. Anche Markthal è stato fantastico. Hai visitato il sito del mulino a vento del patrimonio mondiale delle zone umide di Kinderdijk?

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    1. dettabroad ha detto:

      Sai che invece io l’ho trovata frizzante, dinamica, piena di energia e proiettata al futuro? Sempre bello sentire punti di vista diversi. I mulini me li sono persi. Faceva freddo e avevo poco tempo. Sono rimasta in città. Un buon motivo per tornare

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      1. Abirbhav ha detto:

        Veramente? Che coincidenza. È così bello sentirlo.
        Sai cosa? Mi sono sentito lo stesso anche quando ho visto i Mulini a vento. Ho anche scritto una poesia in un mio post sul blog. È in inglese però. Spero che tu lo controlli e fammi sapere i tuoi pensieri.
        Sorprendente. Surreale. È un vero piacere parlare con te Benedetta .. 🙂

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      2. Abirbhav ha detto:

        😊😊

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      3. Abirbhav ha detto:

        Le mie dita sono incrociate. Desideroso di ascoltare le tue recensioni di esperti.

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