Convitto delle Arti. L’Impossibile è Noto

La cornice è il Convitto delle Arti – Noto Museum, da tempo luogo d’aggregazione culturale nel panorama artistico in Val di Noto, incubatore di idee e volano d’arte e bellezza con la sua posizione privilegiata, ex Collegio dei Gesuiti lungo il magnifico Corso Vittorio Emanuele nel cuore barocco di Noto.

Il nome che le è stato dato impegnativo e ammiccante.

Parliamo della mostra “L’Impossibile è Noto”, visitabile fino al 10 novembre prossimo, curata da Giancarlo Carpi e Giuseppe Stagnitta e prodotta da Sicilia Musei con il patrocinio del Comune di Noto.

Un centinaio di opere provenienti da fondazioni, archivi e collezioni private e dieci sezioni tematiche: dell’invenzione del movimento nella fotografia e nella pittura al Surrealismo, passando per Futurismo e Cubismo, Astrattismo, Metafisica e Dada tra Europa e Italia.

 

Boccioni, Picasso, Mirò, Kandinskij, De Chirico, Klee, Max Ernst, solo alcuni tra i numerosissimi maestri del Novecento presenti con oli, disegni,  acquerelli, grafiche, sculture, oggetti di design.

Un progetto d’alto livello quindi, un evento speciale che va ad arricchire l’offerta culturale del viaggiatore che visita Noto.

Un racconto, abilmente costruito e articolato, di una rivoluzione, creduta impossibile e invece pienamente realizzata, una rivoluzione vera, profonda, lacerante. Una rivoluzione che è riuscita a cambiare il modo di fare e comprendere l’arte. Una rivoluzione nel modo di comunicare e veicolare messaggi e idee oggi consolidato, impensabile ad inizio Novecento.

 

Le avanguardie storiche che, audaci e innovative e spesso ai più  incomprensibili, hanno caratterizzato la prima metà del Novecento regalando alla seconda metà una maturità artistica e una visione drasticamente diversa del segno, dell’immagine, della materia.

Si parte con le celebri composizioni fotografiche di Muybridge, lo studio del movimento che tanta parte ebbe nell’opera di Balla, Boccioni, Marinetti.

Si prosegue come trasportati dal turbine di inizio Novecento: arrivano nuove fonti di energia, quella elettrica e il petrolio. Con esse, la locomotiva elettrica,  le turbine idrauliche, il motore a scoppio, il telegrafo.  Si vola, concretamente e con l’arte. E a ritmo di musica. Basta uno schizzo del Balla “Studio di Ballerini per il Bal Tic Tac” per sentirne il rumore dei passi, l’aria che si sposta, l’energia che se ne scatena.

Studio di Ballerini per il Bal Tic Tac - Balla
Studio di Ballerini per il Bal Tic Tac – Balla

” Noi siamo sul promontorio  estremo dei secoli! Perché dovremmo guardarci alle spalle, se vogliamo sfondare le misteriose porte dell’impossile”. (Filippo Tommaso Marinetti).

Anche la figura umana viene sezionata, smembrata, ricomposta secondo schemi nuovi che seguono percorsi diversi, quelli della psiche, dove certezze e consapevolezza vengono meno.

Pensiero e morale entrano in crisi. Basta un punto, un segno, la forza del simbolo che diventa immagine per comunicare il capovolgimento di ruoli e punti di riferimento.

“Nulla fu più come prima” 

Persino nei primi tentativi di una comunicazione commerciale. Splendida “Ritmi di Sicilia” di Depero. E poi i primi collage e contaminazione di materiali. La sovrapposizione di parola, immagine, simbolo, embrioni iniziali di futuri tagli e strappi.

Ritmi di Sicilia - Depero
Ritmi di Sicilia – Depero

La mostra si conclude con un omaggio a Salvador Dali’, “Paranoica in occasione del trentennale della morte. Un’esplosione di audacia e iperbole. “Lips Sofà” e “Occhio” riempiono lo spazio.

Non poteva che essere così. Ancora un’accelerazione che stravolge e scandalizza. Ancora una visione caparbia, folle.

Perché si sa, la follia è contagiosa. Come un germe cresce, contamina e crea cose incredibili. Anzi, impossibili.

 

6 commenti Aggiungi il tuo

  1. rchiarappa ha detto:

    Dopo aver letto il tuo articolo sicuramente inseriremo la visita alla mostra nel nostro prossimo giro siciliano. 😉

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    1. dettabroad ha detto:

      Ne sono felice Rosalia. Sono certa che conquisterà anche te!

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  2. Falupe ha detto:

    L’arte è vita; rappresenta una componente essenziale del vivere quotidiano. Mi rilasso e mi rallegro quando ammiro un quadro o una scultura. Un’ottima iniziativa che spero, per Noto e per i suoi visitatori, venga replicata in futuro

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    1. dettabroad ha detto:

      Noto è ancora più bella a mio avviso. Spero davvero che questa serie di eventi prosegua nel futuro e diventi prassi. Basta che una delle opere in mostra sortisca l’effetto di cui parli perché valga la pena entrare e credimi, qui tante mi hanno incantato.

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  3. Katja ha detto:

    Adoro il Futurismo e adoro Fortunato Depero: ma sai che non sapevo che avesse creato anche “Ritmi di Sicilia”? Ma lo sai che ad un esame di arte contemporanea mi avevano chiesto il futurismo siciliano? E sono caduta dalle nuvole perché non lo conoscevo bene.

    Si mi sa che devo venire in Sicilia: ho un debole per l’architettura barocca e il bel mare.

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    1. dettabroad ha detto:

      tempo fa ci fu una mostra a Messina che sono certa ti sarebbe piaciuta. Giocava proprio sul futurismo legato alle prime forme pubblicitarie. Sai che in quel periodo a Messina andava forte la produzione e la lavorazione degli agrumi e delle essenze. Ci sono delle affiche futuriste dell’epoca bellissime

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