Scovato il Banksy malese. Ernest Zacharevic

Lo chiamano il Banksy malese, tanto le sue opere sono amate e riconosciute ad est, ma in realtà le sue origini sono lituane. E’ Ernest Zacharevic e la sua firma è sui muri di mezzo mondo. Io ho imparato ad amarlo a Singapore, dove, merito di una segnalazione della Lonely, sono andata a scovarlo nel quartiere arabo, dietro Arab Street e la Malabar Muslim Jama Ath Mosque.

 

A due passi dalla grande moschea con la cupola dorata ci sono tre dei suoi lavori: il primo, tra Victoria St e Jin Pisang, ritrae una bambina con un cuccio di leone addormentato. L’immagine prende tutta la parete e sembra quasi di poter accarezzare l’animale. Poi, pochi metri più in là, un bimbo esce fuori da una scatola e, vicino, appaiono due ragazzini che giocano dentro due carrelli del supermercato. I carrelli sono un esempio del modo di fare street art di Zacharevic: figure, per lo più bambini, con una mimica e fisionomia da sembrare veri e oggetti in disuso che l’artista ricicla inserendoli nell’opera. Una sedia, una cariola, un pezzo di legno o un carrello, proprio come qui, vicino Arab Street “Prendi ciò di cui hai bisogno” – “Dai quel che puoi”. Un messaggio forte che ti arriva forte ma con un sorriso.

A Singapore c’è anche Jousting Painters, il dipinto di due ragazzini tanto realistico da sembrare una polaroid su due cavallli che sembrano usciti dal quaderno di scarabocchi di uno dei due. Questo purtroppo me lo sono perso.

 

Prima di andare alla ricerca di Zacharevic, vi consiglio una sosta da Chemistry artistry: cucina internazionale con un tocco zen e soluzioni per i vegetariani, il punto food di un gruppo che occupa l’intero edificio impegnato in research, workplace strategy, design.

Prima poi di calarvi nel colorato, unico e pop quartiere arabo, regalatevi un dolcetto da Julie Bakes. I cupcakes sono buonissimi.

 

A Singapore va così: tanta tradizione e tipicità ma anche tanto melting pot: vicino botteghe che sembrano farti fare un salto in Arabia Saudita o nel nord dell’Africa, ci sono healing shops con gli ultimi ritrovati su yoga, meditazione e ayurveda, centri commerciali brulicanti di giovani da tutto il mondo ed incredibili palazzi e grattacieli con architetture pioneristiche ed azzardate immersi nel verde e green-friendly.

 

8 commenti Aggiungi il tuo

  1. Falupe ha detto:

    Adoro la Street Art; un motivo in più per tornare la quarta volta a Singapore 🤣

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    1. dettabroad ha detto:

      Quarta volta? Si può avere giusto un pizzichino di sana invidia???!!!

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      1. Falupe ha detto:

        Singapore è su una rotta molto particolare per me… Indonesia. Spesso la raggiungo per immersioni e se posso almeno un paio di notti mi fermo a Singapore 😉

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      2. dettabroad ha detto:

        Spero di riandarci prestissimo!

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  2. thecaptainhasfun ha detto:

    Ma che figata! non avevo sentito parlare di zone così “cool”! Io tra due/tre settimane sarò li, spero di scovare tanti angoli così

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    1. dettabroad ha detto:

      Vedrai che Singapore ti toglierà il fiato!!! Nel blog trovi altri articoli sui diversi quartieri della città ma per qualsiasi info sono qui!

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  3. Giovy Malfiori ha detto:

    Singapore è proprio nei miei pensieri da un sacco di tempo. Ci voglio troppo andare, magari allungando il viaggio verso la Malesia.

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    1. dettabroad ha detto:

      Io ho abbinato Singapore a Bali, ma credi, con mia assoluta sorpresa, vale da solo il lungo viaggio. Ci tornerei molto volentieri

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