L’incrocio tra due vie, a Catania, che è già un viaggio: la Crociferi e la San Giuliano.
Un nome che sa di Sicilia: la “Buatta“, contenitore, scatola, latta all’interno della quale ci sono le eccellenze gastronomiche dell’isola.
Una bottega easy, dagli arredi semplici, calda, luminosa, accogliente.
Ecco la ricetta della Buatta, il posto ideale per una birra rigorosamente artigianale – da sete, complessa o da meditazione – da gustare accanto piatti che non hanno nulla di scontato. Prodotti biologici e DOP, Presidi Slow Food, eccellenze del territorio proposte da piccoli artigiani.
Piatto forte il Cunzatizzu, una ciabatta di semola di Russello, lievitata a lungo con lievito madre e farcita di bontà. Provata personalmente la versione Brisket: suino cotto a bassa temperatura con birra artigianale, crema di pepato fresco, marmellata di arance rosse, agrumi caramellati e menta fresca.
In programma per una prossima visita la Iaddu: pollo, maionese aromatica, bacon croccante, misticanza, pomodorini confit agli odori. Oppure la Sceccu: Mortadella d’asina di Chiaramonte Gulfi, crema di Ragusano DOP, funghi trifolati, pistacchio siciliano, riduzione di birra stout.
Da non perdere le Buatte del giorno che danno il nome al locale e cambiano quotidianamente, bontà in barattolo per non annoiarsi mai. E se c’è il sole, e a Catania è facile che ci sia, sedetevi fuori. Per voi un tripudio di chiese, palazzi e monasteri del Settecento. A due passi c’è il convento di San Benedetto, dalle cui balconate, a febbraio, le monache di clausura, nascoste dalle grate, intonano un canto al passaggio del fercolo di Sant’Agata, la “Santuzza di Catania. E l’Arco Trionfale, che la leggenda vuole costruito in una notte d’inverno. E…