Oggi si va in spiaggia e si fa festa al Festival degli Aquiloni di Capo Peloro, casa mia, l’angolo pizzutello di Sicilia che si tuffa nello stretto di Messina, la striscia di sabbia che si muove con le correnti, terra di confine tra mar Ionio e Tirreno.
Stamattina le sfumature di blu all’orizzonte si alternano ai rossi, ai gialli e ai verdi delle decine di aquiloni che danzano sullo Stretto, tra i due “piloni”, le torri d’acciaio di Sicilia e Calabria.
Una festa meravigliosa, per la prima volta a Messina, organizzata dalla Pro Loco Capo Peloro coadiuvata dall’Associazione Sensi Creativi e Trapani Eventi, promotrice del Festival Internazionale degli Aquiloni San Vito Lo Capo quest’anno alla sua 9° Edizione (Save the Date: 25-28 Maggio 2017).
Sole e vento tra i capelli mi diverto a costruire un aquilone, o almeno ci provo, ad uno dei laboratori didattici. Sento il sale della pelle e mi sembra che l’estate sia già qui. C’è uno spazio dedicato alla Pro Loco Capo Peloro dove mi spiegano le attività passate e future attuate con un unico scopo: valorizzare un angolo di mondo speciale. Trovo anche, e compro, il libro di Grazia La Fauci illustrato da Giovanna Chemi, “Il mistero della Laguna”, una splendida fiaba per bambini, e non solo, che ha come protagonisti Nonno Peloro e Rino, un airone cenerino.
In spiaggia ci sono esposte le opere di Fabio Pilato, un artigiano messinese e artista del ferro con la sua mostra itinerante dedicata al mare a sostegno dei migranti.
Il programma è fittissimo con esibizioni aeree e voli in notturna sino a stasera a “La Punta”, la spiaggia di Capo Faro, il piccolo borgo di pescatori nella riserva naturale orientata Laguna di Capo Peloro accanto i due laghi di Ganzirri e di Faro collegati dal canale Margi.
Mi viene un languorino e ne approfitto per assaggiare i cartoccetti di Apeat, fritture di pesce o di verdure golose servite da un’Ape azzurra e bianca ideata da un gruppo di messinesi che si spostano comunicando la loro posizione sul web.
Mi piace stare a guardare gli aquiloni liberi nel cielo. In Oriente ho imparato che riuscire a farli muovere nel giusto modo, seguendo le correnti d’aria, è un’arte antica. Capolavori in seta e bambù che sembrano uccelli, farfalle e persino draghi alle cui estremità si appendono fischietti che in aria suonano e creano armonie simili a quelle di uccelli veri.
Si racconta che gli aquiloni venissero usati per portare messaggi in tempo di guerra oltre le linee nemiche. A me piace pensare che oggi ci sia spazio solo per un messaggio: la Sicilia è una terra meravigliosa.
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