Chi l’ha detto che Malta fuori stagione non è cool? Ok, Tiziana e Antonio sono belli e innamorati e insieme si divertirebbero ovunque, ma la Malta, la loro Malta appena visitata è emozionante e dolce, dolce come il miele che ci producono…
Malta la dolce, “Melìte” la chiamavano, tre isole principali – Malta, Gozo e Comino – e un’atmosfera pigra e indolente, evidente ancor di più in questo periodo dell’anno. “Ci ha ricordato molto la nostra terra, la Sicilia, bella e selvaggia, tanto mediterranea coi suoi azzurri e i suoi blu. Arsa, difficile, ma viva e calda”.
Malta è la destinazione per tanta gente che da qualche anno non si limita ad andarci in vacanza, ma la sceglie per viverci e trovare lavoro. “Ho parlato con tante persone che qui hanno scelto di trasferirsi”. Mi dice Tiziana e io immagino la mia insegnante di yoga mettere sottosopra l’isola con la sua curiosità e la capacità di comunicare e far parlare anche le pietre – “e in tanti mi hanno detto di aver trovato un’occupazione, specie nel settore turistico, che qui è trainante. Parecchi ci hanno anche investito aprendo attività che erano stati costretti a chiudere altrove”.
“In realtà a Malta ci trovi discoteche e casinò che non chiudono mai e posti come Comino, con 4 abitanti residenti” – aggiunge Antonio. “A Comino la Blue Lagoon toglie il fiato. Ci puoi immaginare pirati e bucanieri, un luogo che sa di remoto e selvaggio. Magari in estate è pieno di gente”.
“Il cuore però l’abbiamo lasciato a Gozo, col suo arco di roccia, la Finestra Azzurra, a strapiombo sul mare, ai margini delle scogliere di Dwejra. E’ stato come rivedere Pollara, a Salina, nelle isole Eolie” – mi fa notare Tiziana – anche lì c’è un posto simile, anche la strada per arrivarci lo è. Come a Gozo la natura ha creato una finestra sul mare nella roccia che fa da cornice”.
La leggenda vuole che Gozo fosse l’isola in cui Circe convinse a rimanere Ulisse per un lungo periodo. Gozo, la terra “rossa”, una lunga distesa di sabbia fine e rossa appunto, la baia di Ramla con la statua della Vergine. “Nel santuario di Ta’ Pinu, abbiamo scoperto un angelo <yogico> che sembra seduto nella posizione del loto… le mani sembrano accoglierti e benedirti…”
La Vergine, la Madonna, la Dea Madre. Malta, terra antica di culti remoti e religioni antiche che qui sono fiorite e si sono mescolate nei secoli. Nell’Ipogeo di Hal Saflieni, complesso sotterraneo preistorico scavato nella roccia scoperto per caso ad inizio Novecento, ci hanno trovato la statuetta della “donna dormiente”, nella stanza principale, vicino quella dell’Oracolo. Oggi è custodita al museo archeologico di La Valletta.
“Ne abbiamo comprata una copia in un craft village, laboratori e capannoni dove si vende tutto ciò che di artigianale Malta offre. C’è uno a pochi minuti di bus da Rabat, Ta’Qali, e a proposito, i bus, anche quelli rossi <hop on hop off> a Malta funzionano. Questo sta in una ex base della RAF, attiva durante la Seconda Guerra Mondiale”, mi spiega Antonio. “L’attacchino che ti abbiamo portato da Malta, l’abbiamo trovato qui!”, mi dice Tiziana. Io mi riguardo la calamita con la croce dei Cavalieri di Malta e penso già a dove sistemarla sul frigo di casa, vicina a tutte quelle degli amici che sanno di questa mia insana passione…
“Benny c’è un posto a Malta che se ci vai non puoi perdere e a noi è piaciuto un sacco: è Mdina, Medina, l’antica capitale. La chiamano la città silenziosa e hanno ragione. Superi il Main Gate e ti accoglie un silenzio strano, perché è un silenzio che parla: i vicoli, gli antichi palazzi nobiliari coi balconi piccoli e stretti e le grate alle grandi finestre”.
Anche qui la storia gioca: la villa romana e le catacombe, monasteri e conventi, architetture medievali e barocche. “Abbiamo pranzato in un localino riscaldato dalla luce calda della pietra gialla di Mdina a strapiombo sul mare, godendoci il sole di febbraio, un sole che parlava già di primavera”.
A proposito ragazzi che mangiamo a Malta?
“Pastizzi, pastizzi, pastizzi. Sono sfogliatelle salate per lo più ripiene di piselli e ricotta. Li trovi ovunque. A noi piacevano i baracchini, le pastizzerie, che li vendevano in strada bollenti. Buonissimi. E poi le qassatat, le cassatelle di pasta frolla”.
“Non ti dimenticare la bruschettina, l’hobza tal malti con la salsa di pomodoro e l’olio. E la pizza di Malta con la patata, i pomodorini e la rucola e poi…”