Dino. America Latina. Se telefonando…

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Un messaggio vocale riapparso per caso mentre, con la mia musica preferita alle orecchie, correvo per arrivare in orario in ufficio. Il messaggio era di Dino, mio fratello e si era infilato tra le canzoni che tengo nel telefonino e carico a palla quando voglio rilassarmi. Dino aggiornava mia madre sul suo viaggio in Costa Rica dove l’anno scorso ha deciso di fare volontariato per un paio di mesi. Avevamo creato un gruppo su WhatsApp per tenerci in contatto e soprattutto per sentirci  un po’ più vicini, ciascuno impegnato a percorrere la propria strada.

“Ciao tesoro mio bellissimo, ti volevo solo dire che qua sarà la mia ultima notte… domani mi muovo verso Montezuma e un altro posto che non mi ricordo come si chiama. Un pò più verso il centro… aspetta…vediamo… ce l’ho proprio qua davanti.  C’ho la mappa…così te lo cerchi… ehhh, dovrebbe essere …ah…Fortuna  la Fortuna e Monteverde. Ci sono delle cascate molto belle e poi c’è un minerale particolare nell’acqua che fa l’acqua di un blu pazzesco… ci sono le piscine termali , le  zip line…

Ah, finalmente martedì mi incontrerò con Pavel. Staremo un paio di giorni a Cauita, Puerto Viejo,  dopo di che scenderemo verso Panama… insomma vedremo un attimo il da farsi…va bene,  nel frattempo ti mando un bacio molto, molto, molto grande…il tuo figlioletto in giro per il sud America che ti manda tanti abbracci… voglio sapere anche voi come state,  come vi stanno andando le cose,  tutto quanto.

Oggi sono andato in una spiaggia praticamente sperduta. Per arrivare abbiamo dovuto fare tre chilometri di bicicletta, abbiamo lasciato la bicicletta legata a un palo, poi un’altra mezzora a piedi nella giungla in mezzo ai bambù e alle noci di cocco…abbiamo visto un sacco di iguane, scimmie, due cerbiatti e altri animali non identificati…insomma  siamo arrivati in questa spiaggia. C’era la bassa marea e ho fatto un giro con la maschera. Pesci chirurgo giganteschi, un sacco di cernie, pesci palla in mezzo metro d’acqua…però una corrente che non ti dico, quattro surfisti a prendere qualche onda un po’ più in là e la spiaggia,  mamma,  era proprio… sai cosa vuol dire una spiaggia fatta proprio di conchiglie,  cioè  non c’era sabbia… c’erano solo conchiglie…”

Dopo il volontariato Dino ha fatto un giro per l’America Latina…passavano i mesi e la data di rientro si spostava sempre un po’ più in là.  Un viaggio senza programmi troppo precisi. Libertà e scoperta. Un viaggio di quelli che sogni e non fai mai, che rimandi sempre e che invece Dino ha voluto con le unghie e con i denti e ha realizzato. E mentre mia madre contava i giorni che mancavano al volo per l’Italia, io mi godevo i racconti di mio fratello…Panama, Colombia, Ecuador, Perù, Bolivia…

Posti stupendi come il Salar de Uyuni, il deserto di sale in Bolivia, sull’altopiano andino. 10.000 chilometri quadrati, un mare bianco sconfinato e accecante. Il lago Titicaca in Perù e poi ancora palafitte improbabili in Amazzonia dove il fratellone ha dormito e incrociato storie di gente da tutto il mondo, città coloniali coi balconi in legno e mercati coloratissimi, città superaffollate e piccoli pueblos nel nulla attraversati dalla linea ferrata…

 

 

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